Il Gruppo – 20 milioni di fatturato – fornisce la componentistica core per le macchine automatiche. Sta collaborando alla realizzazione del Polo Cardano, che ospiterà un parco tecnologico dove investiranno aziende attive in settori di frontiera. E i corsi con l’Its Meccatronica sono per il 40% in azienda

 

«La meccatronica è un settore che pur mantenendo le proprie solide basi hardware della meccanica di precisione e dell’elettronica viene “aumentato” attraverso il digitale». Sono le parole di Tommaso Rossini, ceo di Rta Group, azienda pavese che da sempre si occupa di automazione industriale e meccatronica. Ovvero da quando è nata a metà degli ’70 sulla base dell’idea – maturata come drop-out di un progetto accademico e per l’epoca avveniristico – di realizzare delle schede di logica customizzate per un committente . «Tra i primi clienti abbiamo avuto la Necchi, che produceva macchine per cucire – dice a Italia Meccatronica Rossini – E poi ci si è spostati in maniera più decisa verso l’elettronica di potenza, fino a che ci siamo specializzati negli azionamenti per motori passo passo». Oggi Rta è in grado di fornire alle imprese clienti – che sono produttori di macchine dei più disparati settori, dal packaging alle macchine da stampa, dal medicale e farmaceutico alla lavorazione dei metalli – la componentistica completa «per tutto ciò che richiede controllo e movimentazione di precisione. Per esempio possiamo allestire da una macchina etichettatrice a una che fa l’analisi del sangue in laboratorio e in mezzo ovviamente ci sono tantissimi contesti applicativi di complessità diversa».

Tra i fondatori di Rta, un acronimo che significa “Realizzazioni tecnologiche avanzate” c’è stato il padre di Rossini: Rta resta un’azienda a forte impronta familiare, tramandata alla seconda generazione ormai più di dieci anni fa. L’azienda ha 70 dipendenti, 4 filiali nel mondo e un giro di affari stimato nel 2021 di 20 milioni. Essa si basa su quattro società operative: la capogruppo a Marcignago, nella prima provincia pavese, dove viene progettata e realizzata la produzione degli azionamenti per motori passo e le filiali estere, che sono realtà tecnico-commerciali: Deutschland fondata nel 2001; Iberica, fondata nel 2008 e India, che esiste dal 2019.

 

Pavia e la meccatronica che ha bisogno di essere alimentata

Il territorio è un punto di riferimento fondamentale per Rta. «Pavia è un’area a forte tradizione di meccanica che nel tempo ha sviluppato anche una certa eccellenza in ambito universitario – dice Rossini – dal canto nostro stiamo collaborando alla realizzazione e lancio del Polo Cardano, che andrà a regime nel 2023 e che è appunto un’iniziativa dell’Università di Pavia in jv con Assolombarda ed enti locali, per ospitare un parco tecnologico dove andranno a investire aziende attive in settori di frontiera, nelle filiere delle life sciences, dei nuovi materiali, dell’agritech e della microelettronica. In questo ambito abbiamo anche partecipato alla fondazione dell’Its Meccatronica, in città, insieme a 25 altre imprese». Rossini non ne fa mistero: trovare i profili tecnici con una specializzazione semi accademica – vitali per un’azienda come quella che dirige – è difficile e per questo «abbiamo scelto di formare da soli le professionalità di cui necessitiamo. L’Its, che parte il 25 ottobre 2021, ha una forte impronta pratica: 800 ore su 2mila, ovvero il 40%, sono in azienda e questo vuol dire che dall’istituto usciranno figure già professionalizzate. Speriamo sarà un canale privilegiato delle prossime assunzioni. Che verranno dall’Its ma anche dalla platea di ingegneri con dottorato che recuperiamo dal mercato o dalle università. L’auspicio che sta dietro all’Its è spingere gli imprenditori a crescere ed assumere, e nel contempo orientarne di nuovi che possono nascere da zero da persone che magari hanno lavorato in altre aziende del territorio», dice Rossini.

Ma per attivare questa spinta virtuosa, bisogna coinvolgere anche le famiglie e far comprendere che la meccanica come tradizionalmente intesa non esiste più. «Le fabbriche sono molto diverse dall’immaginario di dieci o venti anni fa in cui si aveva a che fare con luoghi sporchi e bui e persone poco qualificate. Oggi servono competenze spinte e declinate verso il digitale anche in mansioni di produzione pura. Anche gli operai sono tecnologi. Anzi, diremmo che gli operai nel senso tradizionale del termine non esistono più».

 

Il valore della meccatronica

E che questo sia vero lo dimostra la scelta di Rossini, che proseguirà al di là del Covid, di «attivare lo smart working al 50%. L’azienda è fortemente radicata in una ampia rete tecnico-commerciale, con specialisti che progettano e assistono nell’integrazione di sistemi terzi. Si tratta di ruoli totalmente “smartizzabili” ed è vero al punto che abbiamo attivato dal 2020 ben 30 contratti di smart working su 70 dipendenti, lanciando di fatto un modello ibrido. Siamo stati tra i primi nella nostra provincia e credo anche nella filiera dei meccatronici. Alle persone piace ed è un modello che non va a scapito della produttività, ma al contrario ingaggia le persone e opera un circolo virtuoso che ha effetti positivi anche per coloro che non lo possono fare: le ricadute di maggior produttività influenzano positivamente tutta l’azienda. In questo senso il Covid è stato trasformativo: è partito un cambiamento profondo, anche culturale, che tutti avrebbero dovuto abbracciare. Ma ci siamo resi conto di essere controcorrente perché tanti imprenditori non la pensano come noi e sono tornati a modelli organizzativi pre-Covid come se nulla fosse accaduto».

Tommaso Rossini, ceo di Rta Group

 

Rta: un indentikit

Dunque, proviamo ad andare nel dettaglio del core business di Rta. L’azienda è leader italiana nel mercato dei sistemi passo-passo. Si tratta di motori elettrici con gestione elettronica che possono suddividere la propria rotazione in un grande numero di passi (step, per cui vengono chiamati anche stepper). È un sistema utile in ogni applicazione in cui sia necessaria precisione negli spostamenti angolari e velocità nella rotazione. Un prodotto simile è il motore brushless, che si differenzia per maggiori velocità di rotazione e potenza, oltre che lo sfruttamento delle coppie di spunto, precluse allo stepper. Negli anni la gamma è stata ampliata al punto che oggi Rta «è in grado di fornire ai clienti un pacchetto completo di componentistica “core” per le macchine automatiche, dai sistemi di controllo e PLC, alle interfacce uomo-macchina, agli azionamenti e i motori, o ancora ai riduttori e a tutto ciò che è nel pacchetto di accessoristica, elementi meccanici ed elettrici». Insomma, per dirla in altro modo, Rta fornisce alle aziende clienti tutto ciò che serve ad allestire una macchina in moltissime filiere. La principale è oggi quella del packaging, che pesa il 30% del fatturato, altri settori importanti sono la lavorazione di metalli, del tessile, legno e plastica, ma anche per le più sofisticate macchine medicali e strumenti di laboratorio.

I prodotti sono un mix tra tecnologie proprietarie sviluppate in house anche insieme a partner e tecnologie terze di cui Rta è integratore. «Dalla fondazione il core business è l’elettronica per motori passo passo: li progettiamo e produciamo interamente in Macignano e ne abbiamo venduti oltre un milione in Italia e nel mondo. Anche i terzisti sono tutti in Italia. Altri prodotti li abbiamo sviluppati negli anni con partnership solide e durature». Come quella con Sanyo Denki, società giapponese produttrice di motori passo passo, sistemi brushless e ventilatori, di cui il gruppo è distributore esclusivo per l’Italia dal 1989, per la Germania dal 2001 e per la Spagna dal 2008. «Tra i nostri partner si annoverano anche la britannica Trio Motion nel settore delle interfacce uomo macchina, la parte intelligente dei sistemi, e Bonfiglioli con cui collaboriamo per i riduttori di precisioni. Il concetto che non c’è più confine tra quello che produciamo e integriamo».

Un modello di business a prova di Covid

Tra i clienti ci sono i nomi dei maggiori produttori di macchine per il packaging e il confezionamento in generale. Una è Altech, che produce e distribuisce etichettatrici industriali in 50 Paesi in tutto il mondo. Un altro è Uteco, azienda veronese leader mondiale della flessografica, «ovvero il packaging che va a contatto con gli alimenti. Di fatto una fetta molto importante degli alimenti freschi e dei vini italiani, vengono confezionati ed etichettati con macchine azionante dai nostri sistemi». Il modello di business di Rta prevede un ampio catalogo di prodotti standard, circa 700. «Questa filosofia di offrire prodotti standard ci consente di avere un magazzino e di offrire soluzioni competitive perché riusciamo a servire più clienti con gli stessi codici, il che ci fa guadagnare in termini di economie di scala. Customizziamo anche i prodotti ma lo facciamo solo per volumi importanti». E questo modello di business ha dimostrato la propria bontà nell’era Covid.

«Al Covid abbiamo reagito benissimo, è stato trasformativo e non penalizzante, non ci siamo mai fermati e non abbiamo fatto neanche un minuto di cassa integrazione. E Abbiamo segnato solo un -1,3% di fatturato 2020 sul 2019. C’è da dire che i nostri clienti sono stati davvero resilienti alla crisi e per lo più fanno parte delle filiere di alimentare e medicale, che sono cresciute nei 18 mesi dei lockdown. Ma abbiamo fatto bene anche per la nostra la naturale capacità di spaziare in settori nuovi anche rapidamente. Così ci siamo indirizzati nei mercati che hanno manifestato una domanda nuova e improvvisa: ad esempio la produzione di macchine per mascherine, sistemi di respirazione e macchine per produrre disinfettante».