I dati dell’International Federation of Robotics quantificano la crescita di questo mercato, con previsioni di ulteriore sviluppo negli anni successivi

Un esercito che vale la cifra record di 16,5 miliardi di dollari per 422mila unità vendute a livello globale. Sono i numeri fatti registrare nel 2018 dai robot industriali, un aumento del 6% rispetto all’anno precedente. È quanto emerge dalla survey redatta dall’International Federation of Robotics (Ifr), secondo cui il 2019 non replicherà i dati del 2018, anche se dal 2020 al 2022 ci si aspetta una crescita media del 12% annuo.

È boom anche per il mercato dei cobot, che diventerà sempre più importante nei prossimi dieci anni. Un’analisi di Abi Research, ad esempio, stabilisce che entro il 2030 il giro d’affari globale arriverà a 11,8 miliardi di dollari, contro i 711 milioni del 2019, con un incremento di oltre il 1600% in undici anni. Mentre per quanto riguarda il nostro Paese, una ricerca di Siri – Associazione italiana di robotica e automazione – sostiene che le vendite di robot collaborativi nel 2018 nel nostro Paese sono arrivate a 480 pezzi, e le stime di crescita sono di un 50% all’anno per i prossimi cinque.

Stando a un recente studio di GlobalData, a crescere in modo più rapido saranno soprattutto i servizi di robotica basati su cloud per device già installati e per quelli che verranno impiegati on demand, specialmente dalle Pmi. Un circolo virtuoso in cui la richiesta di queste tecnologie continuerà ad aumentare. A riprova che le preoccupazioni in merito a un drastico calo dei posti di lavoro a vantaggio delle macchine sono in realtà infondate. I grandi vantaggi dell’interazione uomo-macchina, infatti, porteranno a un saldo positivo dell’occupazione, nonostante l’abbandono di alcune professioni “unskilled”e ripetitive. Al contempo, verranno create nuove professionalità – alcune delle quali non sono ancora neanche esistenti – che permetteranno all’uomo di dedicarsi esclusivamente alle attività ad alto valore aggiunto.

Robot industriali: una panoramica del mercato in Asia, Europa e Americhe

Il maggior mercato di robot industriali al mondo è costituito dall’Asia, che nel 2018 è cresciuta dell’1% in questo settore. Secondo la ricerca di Ifr, lo scorso anno il business è aumentato considerevolmente in Giappone, mentre è diminuito in Cina e nella Repubblica di Corea. L’Europa si aggiudica la medaglia d’argento, con le installazioni di robot aumentate addirittura del 14% nel 2018, e che hanno raggiunto un nuovo picco per il sesto anno consecutivo. Nelle Americhe, il tasso di crescita ha segnato un +20% rispetto al 2017, registrando un nuovo record.

I primi cinque mercati della robotica al mondo

Cina, Giappone, Repubblica di Corea, Stati Uniti e Germania costituiscono i cinque più importanti mercati di robot industriali, e rappresentano la quasi totalità (74%) delle installazioni globali nel 2018.

Prima posizione per il Dragone che detiene una quota del 36% delle installazioni totali – 154.000 unità nel 2018 – l’1% in meno rispetto all’anno. Il valore degli impianti ha raggiunto i 5,4 miliardi di dollari, (+21% rispetto al 2017). Nel Paese del Sol Levante, le vendite di robot sono aumentate del 21% – 55.000 unità – il che rappresenta il valore più alto di sempre per questa nazione. Il tasso di crescita medio annuo del 17% dal 2013 è notevole per un mercato con una produzione industriale già altamente automatizzata. Inoltre, il Giappone è il primo produttore mondiale di robot industriali e ha consegnato più della metà (52%) della fornitura globale nel 2018. Le installazioni di robot negli Stati Uniti sono aumentate per l’ottavo anno consecutivo, raggiungendo un nuovo picco nel 2018 – 40.300 unità – il 22% in più rispetto al 2017. Per quanto riguarda le installazioni annuali, gli Usa hanno sottratto la medaglia di bronzo alla Repubblica di Corea, che ha fatto registrate una diminuzione del 5% – 38.000 unità. Il mercato dei robot dipende fortemente dall’industria elettronica che ha avuto un anno difficile. Tuttavia, le installazioni sono aumentate del 12% in media all’anno dal 2013. La Germania rappresenta il quinto mercato di robot più forte al mondo e il numero uno in Europa, seguito da Italia e Francia. Nel 2018, il numero di robot venduti è aumentato del 26% a quasi 27.000 unità, raggiungendo un nuovo record.

I robot e l’industria

È l’industria automobilistica il comparto che, più di ogni altro, utilizza i robot, con una quota di mercato di quasi il 30%. Dopo un 2017 molto positivo, che ha visto un aumento delle installazioni del 21%, questo dato è leggermente aumentato nel 2018 (2%). L’uso di nuovi materiali, lo sviluppo di sistemi di trasmissione ad alta efficienza energetica e l’elevata concorrenza in tutti i principali mercati automobilistici hanno spinto per gli investimenti.

Le installazioni di robot nell’industria elettrica ed elettronica sono calate del 14% a 105.000 unità nel 2018 (122.000 nel 2017). La quasi totalità (79%) delle installazioni totali in questo comparto è stata registrata in tre Paesi con importanti siti di produzione: Cina (43%), Repubblica di Corea (19%), Giappone (17%).

Al terzo posto si è affermata l’industria dei macchinari e dei metalli. Le installazioni hanno rappresentato il 10% della domanda totale nel 2018, a circa 43.500 unità, l’1% in meno rispetto all’anno record del 2017 (44.191 unità).

I cobot

Il robot collaborativo, o cobot, permette di eseguire operazioni ibride tra uomo e robot. L’aspetto fondamentale è che essendoci maggiore libertà di suddivisione di compiti tra l’operatore e il robot, diventa possibile cercare di automatizzare e sfruttare meglio le skill del lavoratore. Si tratta di un’automazione che permette di massimizzare la resa sia del professionista che del robot. L’uomo, in particolare, può svolgere solo compiti ad alto valore aggiunto, mentre le mansioni di mera manipolazione, come ad esempio il prelievo di componenti dal magazzino, vengono svolti dal robot

Questo perché si tratta di una tecnologia nuova che consente l’impiego di questi dispositivi in parti della fabbrica che prima non venivano toccate dai cobot. Ad esempio: nel caso delle applicazioni stagionali, prima venivano effettuate totalmente dall’uomo, oggi invece le attività possono essere delegate anche ai robot collaborativi in diverse aree della fabbrica.

Nonostante nell’ultimo periodo i cobot siano stati al centro di fiere e convegni, il numero di unità installate è ancora molto basso (3,24%). Nel 2018, meno di 14.000 su oltre 422.000 robot industriali installati erano cobot, mentre l’anno precedente il dato si attestava a 11.100. Ma il mercato sta crescendo velocemente: dal 2017 al 2018, le installazioni annuali di cobot sono aumentate del 23%.