Le scuole di Rieti hanno aderito al progetto per conseguire il titolo di “Esperti Digitali”, già attivo a Taranto dal 2019

Il programma P-Tech di Ibm ruota attorno a un modello formativo in linea con le priorità e i piani del Ministero dell’Istruzione e punta a creare un legate più diretto fra il mondo scolastico (a partire dalla scuola secondaria, per arrivare all’università) e quello dell’industria, cosi da promuovere le competenze professionali oggi richieste dal mondo del lavoro. Parliamo quindi di intelligenza artificiale, cloud, cybersecurity, blockchain, IoT, programmazione, ma anche di soft skill, non meno importanti per la formazione professionale.

Il programma prevede esperienze sul capo, seminari, tutoring e stage nelle aziende.

«La tecnologia sta trasformando il mondo del lavoro, un impatto che sarà ancora più significativo nel prossimo futuro», dichiara Claudio Di Berardino, assessore al Lavoro, Scuola e Formazione della Regione Lazio. «È dunque fondamentale che i giovani acquisiscano quelle competenze utili per lavorare con la tecnologia e per non rimanere esclusi non solo dal mondo lavorativo, ma anche da quello civile e sociale. Per questo condividiamo il percorso P-Tech che Ibm ha avviato anche nella nostra regione e che contribuisce all’offerta di percorsi formativi di qualità attraverso i quali gli studenti possono prepararsi meglio all’era tecnologica che stiamo vivendo, con un elevato grado di occupabilità. In definitiva questo progetto è coerente con il patto per le nuove competenze sottoscritto qualche mese fa con le parti sociali».

«Il programma P-Tech risponde a una delle più grandi esigenze del nostro Paese: colmare lo skill gap facendo leva sulla sinergia pubblico-privato», spiega Stefano Rebattoni, amministratore delegato di Ibm Italia. «L’impatto indotto dallo sviluppo delle tecnologie come l’intelligenza artificiale e la blockchain deve essere gestito in modo responsabile e inclusivo, promuovendo una preparazione più in linea con le esigenze delle imprese. Non è un caso, infatti, che il Pnrr sia partito proprio dall’Istruzione. Espandere l’accesso alle competenze digitali e alle opportunità di lavoro in modo che più persone, indipendentemente dal background, possano trarre vantaggio dall’economia digitale è uno dei pilastri su cui costruire un’agenda e una visione di lungo termine per il nostro Paese più pronto al futuro».