L’azienda di Gianni Quartiroli (neopresidente della Piccola Industria di Assolombarda) realizza circuiti stampati multistrato e schede flessibili. Ora punta sulla formazione e cerca due nuovi tecnici commerciali. I progetti con la Scuderia Ferrari e gli Istituti di Fisica Nucleare

 

Lavorare su progetti futuribili, ad alto tasso di tecnologia, con belle soddisfazioni, anche economiche. Un sogno? Forse no, forse sarebbe meglio definirlo come un progetto. Possibile non solo se si riesce ad essere assunti in una multinazionale, ma anche in tante piccole eccellenze meccatroniche italiane. Ora ad esempio raccontiamo Baselectron di Pavia: fa capo a Gianni Quartiroli – appena eletto presidente della Piccola Industria di Assolombarda – e sta cercando proprio adesso due nuovi tecnici commerciali.

 

Da Pavia alla Ferrari e agli Istituti di Fisica Nucleare

Circuiti stampati multistrato lunghi 80 cm, che hanno consentito di appendere una F1 nella Galleria del Vento della Scuderia Ferrari. Oppure spessi 10 millimetri e con “piste” da 75 micron (ovvero nell’ordine del centesimo di millimetro) per applicazioni speciali nella ricerca scientifica. Ma anche schede flessibili e costruite con materiali speciali per usi in settori di nicchia.

«Facciamo circuiti strani per le più svariate applicazioni, con la capacità di fare campionature anche in 24 ore – afferma Gianni Quartiroli, fondatore della società Baselectron, 4,7 milioni di fatturato nel 2019 – Ovunque ci sia un progetto di una nuova  apparecchiatura elettronica, interveniamo noi con forniture dai prototipi alle piccole, medie e grandi serie. Le schede vengono realizzate nude, ovvero prive di componenti, oppure complete di componenti elettronici ma limitatamente ai soli prototipi. Sono tutte produzioni custom su specifiche del cliente, e sono spessissimo il cuore di controllo della meccatronica».

Gianni Quartiroli, fondatore della società Baselectron e neo presidente della Piccola Industria di Assolombarda – foto torres

L’ultima frontiera che l’azienda sta sviluppando è quella delle applicazioni di speciali circuiti stampati per microonde e radar: Baselectron è una delle pochissime fabbriche con l’expertise per aggredire questi mercati e questa specificità le consentirà di servire la nascente industria del 5G e quella della sensoristica di movimento (legata per esempio all’E-mobility). Le schede, a singola faccia, doppia faccia, multistrato (fino a ventiquattro strati) o su materiali speciali, flessibili e rigid-flex, sono praticamente ovunque ci sia un componente elettronico, in oggetti di uso comune come gli elettrodomestici ma anche nelle macchine industriali, nelle auto, nel mondo della sicurezza come in quello della ricerca scientifica, Baselectron infatti annovera tra i propri clienti quasi tutte le Università e gli Istituti Nazionali di Fisica Nucleare (Infn).

Applicazioni nell’industria Radar e della sensoristica di movimento: la difficile ricerca di tecnici specializzati

Ma oggi, dicevamo, Baselectron punta alle due nicchie di microonde e radar, per cui intende «avere una presenza più capillare sul territorio per incrementare la produzione: per questo abbiamo una selezione aperta mirata a integrare in organico due tecnici commerciali per ampliare la rete di vendita». Una ricerca non facile soprattutto nella realtà pavese: Quartiroli si rammarica che in Provincia di Pavia non ci siano Its (Istituti Tecnici Superiori), ma informa che sta lavorando, anche come Piccola Industria di Assolombarda «perché si vengano a creare le condizioni per migliorare le cose, in un territorio come il nostro, che ha un background importante di industrie meccatroniche e un costante bisogno di ingegneri meccanici e periti meccanici ed elettronici fortemente specializzati».

Interno dello stabilimento Baselectron. L’ultima frontiera che l’azienda sta sviluppando è quella delle applicazioni di speciali circuiti stampati per microonde e radar: Baselectron è una delle pochissime fabbriche con l’expertise per aggredire questi mercati e questa specificità le consentirà di servire la nascente industria del 5G e quella della sensoristica di movimento

La meccatronica può essere il traino della ripresa

Un gap che deve essere colmato anche perché «vediamo nella meccatronica un polo di sviluppo assolutamente trainante per la crescita economica nei prossimi anni, a condizione che restino delle agevolazioni di detraibilità sul 4.0 o comunque vengano progettate altre opportunità per chi vuole investire in macchine digitalizzate. Le dirò di più: gli Stati Generali dell’economia per progettare il rilancio dopo il Covid sarebbero stati molto più incisivi se avessero fondato le loro iniziative sulla crescita proprio della meccatronica, che è un settore in cui l’Italia eccelle e che può contribuire a un maggior progresso tecnologico generale ormai imprescindibile».

L’effetto collaterale è che la figura dell’operaio tenderà a ridursi sempre più, ma non è una cattiva notizia: «perché da un lato non diminuisce il numero degli addetti nell’industria, e dall’altro c’è una rivalorizzazione della forza lavoro. L’operaio aggiustatore che si sporcava le mani di grasso dalla mattina alla sera sarà sempre più raro, l’avvento della stampa 3D di metallo ed i centri di lavoro con macchine Cnc sempre più performanti saranno la nuova frontiera della messa a punto di nuovi congegni meccatronici. Al loro posto lavoreranno tecnici super qualificati che oggi sono molto richiesti e spesso mancano. Bisogna potenziare la formazione degli Its che possono offrire le competenze tecniche specialistiche necessarie per entrare a far parte di questo mondo».

Interno dello stabilimento Baselectron. L’azienda produce circuiti strani per le più svariate applicazioni, con la capacità di fare campionature anche in 24 ore. Ovunque ci sia un progetto di una nuova  apparecchiatura elettronica, interviene con forniture dai prototipi alle piccole, medie e grandi serie. Le schede vengono realizzate nude, ovvero prive di componenti, oppure complete di componenti elettronici ma limitatamente ai soli prototipi. Sono tutte produzioni custom su specifiche del cliente, e sono spessissimo il cuore di controllo della meccatronica

Imprimere un impatto positivo sulla comunità

L’attenzione al futuro – e dunque anche a chi lavorerà in fabbrica domani – è una costante nelle parole di Quartiroli, la cui storia imprenditoriale inizia nel 1977, quando sceglie di abbandonare l’attività di famiglia e coltivare il suo amore per l’elettronica. I circuiti stampati, per la prima volta utilizzati a inizio anni ‘50 proprio per semplificare i cablaggi centraline telefoniche ed apparecchiature industriali, ne sono alla base. E Quartiroli vuole costruire il circuito stampato perfetto. Ma non solo: per resistere alle incertezze da sempre l’imprenditore ha improntato la gestione di Baselectron alla prudenza e soprattutto alla sostenibilità.

Per rifarci ai criteri Esg, a cui soprattutto i Millenial e i Gen Z riservano tanta attenzione, il fattore della sostenibilità che Quartiroli ha potenziato negli ultimi dieci anni, è stato soprattutto quello che corrisponde alla S, l’aspetto sociale. L’imprenditore ha cercato di imprimere con il suo lavoro un impatto positivo sulla sua comunità e sulle persone che la abitano. «Ho sempre pensato che l’impresa e l’imprenditore abbiano anche una responsabilità sociale e cerco di agire coerentemente. Per me la cosa importante è che l’impresa prosegua, a beneficio delle famiglie che qui lavorano da tempo. Se da imprenditori non riusciamo ad andare in questa direzione, vuole dire che in questi anni non abbiamo capito nulla», dice. E per garantire un futuro certo alla sua creatura, dal 2008 ha coinvolto i dipendenti nella gestione, dando deleghe operative ai quadri: una scelta che a 12 anni di distanza Quartiroli non esita a definire ottima: «saranno loro il cda del prossimo decennio e guideranno l’azienda nel futuro quando io sarò in pensione». Di pari passo, l’imprenditore ha lavorato all’aggiornamento dell’industria.

Un processo customizzato e super efficiente in una fabbrica 4.0

Nel 2012 da Travacò, vicino a Pavia, lo stabilimento produttivo è stato spostato nella periferia a San Martino Siccomario, in un complesso più grande e più in ottica 4.0 per quanto possibile perché, visto l’elevato livello di personalizzazione della produzione, «è impossibile automatizzare tutti i processi, ed è impossibile farlo per campionature e prototipi». Il processo customizzato parte con il progetto del cliente committente. «Il progettista dell’apparecchiatura elettronica dell’azienda cliente ci manda i file grafici del progetto: in gergo i circuiti sono costituti da piazzole, piste e fori. Noi utilizziamo Cad e cam per ingegnerizzare il prodotto da realizzare. La fase successiva della lavorazione è la foratura: realizziamo le “piazzole” sulle lastre di laminato, con macchine Cnc a mandrini da 280mila giri al minuto che fanno fori molto piccoli fino 100 micron. Dunque avviene la metallizzazione dei fori e successivamente l’imaging, ovvero la stampa dell’immagine del circuito stampato in una camera gialla, dove vengono utilizzati fotopolimeri sensibili alla luce ultravioletta».

La fase successiva è l’accrescimento galvanico, con un impianto galvanico automatico, che serve a completare la metallizzazione dei fori e delle piste. «Le piste sono i conduttori elettrici che uniscono una piazzola all’altra. Una volta realizzate le piste incidiamo chimicamente  il rame per rimuovere il materiale in eccesso e lasciare le piste conduttive sulle quali verranno saldati i componenti elettronici. Dunque avviene la fase di stampa di polimeri isolanti, la stagnatura o doratura, la scontornatura e alla fine il collaudo elettrico». Tutte le attività vengono svolte in house, mentre l’azienda fa import export di circuiti stampanti dal Far East per le produzioni in grandi volumi, che sarebbero insostenibili con i costi di produzione italiani. Precisa Quartiroli che «dunque in Italia non produciamo i volumi, ma ci occupiamo di lavorazioni a valore aggiunto come d’altronde fanno quasi tutte le circa 50 aziende italiane di circuiti stampati».

Baselectron, impianto galvanico automatico, che serve a completare la metallizzazione dei fori e delle piste

Bisogna puntare al valore aggiunto del made in Italy

La vocazione di Baselectron sta nella produzione di piccoli quantitativi in tempi brevi, che arrivano anche a due o tre giorni dall’invio del disegno alla consegna dello stock. Lavorazioni flessibili e operatori versatili hanno consentito poi, quando la Cina per prima ha avviato il lockdown, di sostituirsi ad essa sui grandi numeri.
«Inizialmente abbiamo dovuto impostare la fabbrica su tre turni per riuscire a produrre da soli le serie che dalla Cina non arrivavano più: lo abbiamo fatto per l’intero mese di febbraio. A regime la fabbrica è utilizzata al 50%: con il lockdown cinese abbiamo sestuplicato la capacità normale e abbiamo evaso tutti gli ordini. I clienti hanno compreso la situazione e sono stati disposti a pagare il rialzo per le produzioni Italiane. Ma questo fa riflettere sull’impraticabilità del reshoring. Bene che noi abbiamo le capacità di far fronte alle emergenze: ma è qualcosa che è sostenibile solo nelle emergenze, non può essere la norma». Per Quartiroli il dibattito sul ritorno a casa delle grandi produzioni asiatiche non si pone: anche perché il valore aggiunto del made in Italy «è altro, è la customizzazione con materiali e lavorazioni speciali e su quella è necessario continuare a puntare».