Sono questi alcuni dei temi discussi al convegno “Quali competenze per la Meccatronica del futuro” organizzato dal CONSIGLIO CONGIUNTO DEI GRUPPI MECCATRONICI di Assolombarda e Amma di Unione Industriali Torino, lo scorso 17 aprile nella sede di ELBI INTERNATIONAL S.p.A. Gruppo Bitron a Collegno (TO).

Stefano Serra, Presidente AMMA-Unione Industriali Torino e Laura Rocchitelli, Presidente Gruppo Meccatronici Assolombarda, durante il Convegno

Il Convegno ha dato l’opportunità di riflettere sul mismatch occupazionale nel comparto meccatronico, problema comune tra i territori. Il convegno, organizzato presso l’azienda Elbi International di Collegno (TO), ha rappresentato un momento molto significativo per riflettere sui cambiamenti in atto nel mondo del lavoro in generale e, nello specifico, in quello della Meccatronica nel territorio di Torino e della sua provincia. Azienda ospitante Elbi International (che avremo presto modo di conoscere attraverso un’intervista sul nostro sito) con il suo Amministratore Delegato, il Dr. Roberto Cazzola, che ha accolto i numerosi invitati.

L’AD di Elbi International, Roberto Cazzola

Sono intervenuti Stefano Serra, Presidente AMMA-Unione Industriali Torino e Laura Rocchitelli, Presidente Gruppo Meccatronici Assolombarda, Ivan Sinis del Centro Studi Unione Industriali Torino, Andrea Fioni del Centro Studi Assolombarda, Sigfrido Pilone, Direttore ITS Aerospazio/Meccatronica del Piemonte e Raffaele Crippa, Direttore ITS Lombardia Meccatronica.

Sfruttando i Big Data messi a disposizione dalle tecnologie digitali, è stato possibile fare un approfondimento sulle figure più ricercate dalle imprese meccatroniche e sulle competenze richieste a chi svolge le mansioni. La ricerca è stata condotta attraverso la piattaforma Wollybi che ha raccolto gli annunci di lavoro pubblicati sul web. Il periodo preso in analisi è stato quello tra gennaio e dicembre 2022. L’area geografica è stata la provincia torinese. I dati sono davvero interessanti: sono stati rilevati 3.225 annunci di lavoro pubblicati dalle aziende meccaniche e meccatroniche sui portali di lavoro attivi in rete, dai motori di ricerca agli aggregatori, dalle pagine dei principali quotidiani ai siti web delle aziende. I comparti dell’elettronica, della meccanica e dell’automotive sono quelli in cui si concentra il numero più alto di richieste a Torino. Le figure ricercate sono state raccolte in 3 gruppi professionali, più una categoria residuale e le domande si sono concentrate principalmente su Manager & Specialisti.

Tuttavia le altre due specializzazioni insieme – Tecnici, Operai specializzati e Conduttori – rappresentano quasi il 50% delle figure ricercate.

Secondo le rilevazioni Excelsior, basate sui programmi di assunzione delle aziende in Provincia di Torino, la difficoltà di reperimento per le figure di questo aggregato professionale riguarda più della metà (52,7%) delle ricerche. In particolare è difficile trovare Specialisti in scienze informatiche e gestionali, profili per i quali quasi 6 candidati su 10 risultano introvabili.

Ad Andrea Fioni del Centro Studi Assolombarda abbiamo chiesto come la scuola e percorsi di formazione possono influenzare queste tendenze.

D. Dal suo punto di vista, i percorsi formativi in Italia (a partire dalle scuole superiori fino ad arrivare alle specializzazioni universitarie) nell’ambito di queste specifiche materie non sono sufficienti? Ci sarebbe bisogno di rinnovarli?

Sull’argomento della formazione i focus group di approfondimento organizzati nell’ambito dell’iniziativa condotta da Assolombarda hanno fornito spunti e proposte molto interessanti.

Le aziende che hanno partecipato, una decina per ciascuno degli incontri, hanno innanzitutto evidenziato come gli studenti in uscita dai percorsi tecnico-professionali spesso non abbiano una preparazione tale da favorire un inserimento diretto in azienda.

Ed è emersa chiaramente la percezione di una mancanza da parte della scuola nel fornire ai propri studenti una preparazione di base sufficientemente solida per facilitare il processo di transizione scuola-lavoro. Quali le motivazioni? Le aziende intervistate nei focus group hanno citato da un lato la mancanza di macchinari e laboratori all’avanguardia che rispecchino quanto impiegato attualmente dalle imprese, dall’altro una preparazione degli insegnanti spesso non in linea con i processi e le tecnologie produttive che caratterizzano l’attuale mondo del lavoro nel settore.

Per le aziende ancora più delle competenze digitali o specialistiche necessarie (la cui mancanza è integrabili con percorsi on the job) è prioritario trovare nei candidati solide competenze di base, quelle che proprio il sistema formativo deve dare. Il tipo di formazione necessaria per acquisirle è considerata onerosa per la PMI, anche in relazione all’elevato rischio che, una volta formata, la risorsa possa decidere di andare a lavorare in un’altra realtà.

Le Academy aziendali interne, sempre più diffuse, possono danno una adeguata risposta a queste esigenze, ma sono un’opportunità soprattutto per le grandi imprese che inseriscono con costanza e regolarità nuovo personale nel ciclo produttivo; per le PMI un’Academy interna non è considerata una strada percorribile a causa delle esigenze più ridotte e dei costi non sostenibili.

A Raffaele Crippa, Direttore ITS Lombardia Meccatronica, abbiamo chiesto un approfondimento sui motivi che spingono i giovani ad allontanarsi da certe materie.

D. Come Direttore ITS Lombardia Meccatronica, perché i giovani non trovano più attrattive certe competenze e certe materie? Qual è la reale situazione in Lombardia nel comparto Meccatronica?

Nel nostro Paese c’è un problema culturale rispetto ad alcune professioni, che vengono ritenute di serie B, perché associate a stereotipi appartenenti al passato. Il meccatronico nell’era della quarta rivoluzione industriale è un tecnico altamente specializzato, con un mix di competenze tecnologiche, gestionali e digitali, che gli permettono di operare nel campo della progettazione, della installazione, della manutenzione e della commercializzazione di apparati, macchine e impianti automatizzati. In lui sono richieste una particolare attitudine al problem solving e al lavoro di squadra, caratteristiche che rendono questi professionisti molto ricercati e ben retribuiti.

A Sigfrido Pilone, Direttore ITS Aerospazio/Meccatronica del Piemonte, abbiamo chiesto se la situazione del Piemonte è simile a quella della Lombardia.

D. In base agli approfondimenti forniti dal Dr Crippa, ritiene che le due regioni italiani (Piemonte e Lombardia) stiano incontrando le stesse criticità?

Le criticità evidenziate dalla Lombardia sono sostanzialmente le stesse che riscontriamo noi nella Regione Piemonte.

Purtroppo i giovani oggi hanno una conoscenza incompleta ed inesatta di quello che avviene nelle nostre aziende e spesso non ne percepiscono il valore.
Questo accade anche perché abbiamo una storia alle spalle ed è una storia che dice che le nostre Regioni sono protagoniste sui mercati internazionali da molti anni ma è anche una storia che deve essere tramandata alle nuove generazioni alla luce della propria evoluzione.
Le aziende oggi sono luoghi in cui si impara ed in cui si cresce, molto più che in passato, in cui si fa cultura oltre che produzione e spesso questo paradigma non è noto alle famiglie che hanno lasciato il mondo del lavoro da qualche anno.

Inoltre la conoscenza dei giovani d’oggi è molto legata ad internet e questo implica che se un’azienda non si sa raccontare bene in quel ‘luogo’ rischia di non essere “compresa”.
E’ un problema di dialogo, dialoghiamo su piani diversi che spesso non si comprendono e le scale dei valori hanno pesi diversi.

Nei giovani oggi osserviamo più attenzione all’ambiente, alla qualità della vita sul posto di lavoro ed al bilanciamento della vita privata rispetto agli impegni lavorativi, un elemento che è stato accentuato dall’esperienza vissuta nel periodo “COVID”. Un aspetto importante è che la retribuzione non è al primo posto nelle motivazioni per la scelta di un posto di lavoro quanto piuttosto la prospettiva di un percorso di crescita professionale e personale gratificante ed in linea con i propri interessi e passioni.

D’altra parte, i dati ISTAT dicono che esiste anche un problema demografico in quanto i giovani che si affacciano al mondo del lavoro dopo la scuola secondaria sono sempre meno e non sufficienti anche solo a sopperire al cambio generazionale.

Lo scenario è sicuramente molto complesso e mutevole e richiede un approccio altrettanto complesso, ma aver compreso che esiste un problema di dialogo e di scale di valori, ci dà comunque la possibilità di gestire al meglio questo cambiamento.

Abbiamo chiesto a Stefano Serra, Presidente AMMA-Unione Industriali Torino:

D. Quale potrebbe essere la strada giusta da percorrere per rivitalizzare e far comprendere pienamente le potenzialità della Meccatronica?

E’ importante che i giovani comprendano il valore delle nostre Imprese anche sul piano formativo oltre al valore innovativo e tecnologico che viene riconosciuto a moltissime delle nostre PMI in campo internazionale. Il tessuto industriale del Piemonte ha delle peculiarità uniche nella meccatronica declinata in tutti i suoi scenari, dall’automotive all’esplorazione dello spazio, e questo è un valore che non è trasferibile. Le Imprese, intese come uffici, produzione, macchine, ecc. possono essere teoricamente spostate ovunque in un mondo globale, è solo una questione di costo; le competenze del personale di quelle imprese invece non sono trasferibili, il personale formato, che abbia il know-how specifico di quell’Impresa, non è un qualche cosa che si può “comprare” tout court.

E’ quindi necessario un riallineamento sul piano comunicativo aziende/giovani, come è emerso anche negli interventi dei due Direttori e che preveda la creazione di un dialogo basato su linguaggi e strumenti condivisi tra famiglia, Scuola, Imprese ed i giovani stessi.

Iniziative come le “Open Houses”, momenti in cui le scuole e/o le famiglie vanno a visitare le aziende si sono rivelate molto efficaci all’estero nel trasferire sul territorio la conoscenza e la consapevolezza di un percorso professionale all’interno delle stesse.

Su questa stessa linea, l’Unione Industriali di Torino organizza da anni i “PMI Day”, giorni in cui  gli studenti hanno l’opportunità di confrontarsi con realtà aziendali del sistema produttivo locale attraverso l’organizzazione di visite aziendali per appassionarli ad una cultura aziendale manifatturiera.

Infine sarebbe bello se ogni scuola venisse “adottata” da un’azienda magari nello specifico percorso di studi, come già fanno gli ITS della nostra Regione che nominano un’azienda “madrina” a supporto degli studenti e che lavora fianco a fianco con loro nelle specifiche materie.

Questa cultura del saper fare è il grande valore immateriale di regioni come il Piemonte e la Lombardia, un valore che dovrebbe essere comunicato già nella scuola ai nostri giovani talenti, un valore che vogliamo mantenere e far crescere a beneficio dei territori.