La divisione medicale di General Electric produce soluzioni all’avanguardia per imaging, sistemi di diagnostica e monitoraggio paziente. L’azienda offre agli ITS giornate di lezione e approfondimenti pratici presso le proprie strutture, e un percorso di alternanza scuola-lavoro. I progetti con l’ITS Volta di Trieste e con l’ITS Meccatronico Lombardia

 

Per rendere sostenibile una società che invecchia e si fa sempre più popolosa ci vuole  la linfa vitale dei più giovani. È la cosiddetta Gen Z che ha nel suo Dna la padronanza di intelligenza artificiale, IoT, cloud, i cardini attorno a cui si deve lavorare per rendere più efficiente il sistema sanitario e per un aumento delle aspettative di salute e vita dei cittadini, soprattutto oggi in cui la cui fragilità è stata resa evidente nella crisi pandemica del 2020. Le tecnologie elencate stanno diventando una parte fondamentale delle macchine per la diagnostica per immagini e la gestione dei dati del paziente – sempre più cruciali per velocizzare i tempi delle diagnosi, uno degli aspetti su cui lavorare per rendere più efficiente il sistema. Sistemi medicali e tecnologie che produce GE Healthcare, divisione medicale del colosso General Electric e di cui abbiamo parlato con Alessandro Panza, direttore del personale per Italia, Spagna e Portogallo.

 

GE Healthcare: un identikit

La sede italiana del gruppo si trova a Milano: in Italia non vi sono asset produttivi, ma vi si trovano gli uffici da cui vengono elaborate le strategie per la fornitura agli ospedali italiani delle tecnologie all’avanguardia di GE Healthcare, nell’imaging medicale, nelle tecnologie informatiche, nei sistemi di diagnostica e monitoraggio paziente, nelle soluzioni per anestesia, ventilazione, ostetricia, ginecologia. Dall’headquarter milanese si coordinano anche le attività di assistenza e supporto post vendita e di servizio degli oltre 600 professionisti che si occupano di verificare il funzionamento di 32.000 dispositivi installati in ospedali pubblici e privati su tutto il territorio nazionale. Con un fatturato globale di 16,7 miliardi di dollari e un miliardo di dollari all’anno investiti in ricerca e sviluppo, più di 100 anni di esperienza nel settore e oltre 50.000 dipendenti in tutto il mondo, l’azienda vanta una solida presenza in Europa, con 14.000 dipendenti, 160 sedi e più di 25 centri di produzione nel Continente.

Alessandro Panza, direttore del personale per Italia, Spagna e Portogallo

Le competenze che cerca GE Healthcare

Ma quello che fa GE Healthcare è molto più che vendere o riparare apparecchiature medicali e chi lavora al suo interno affronta quotidianamente sfide complesse che riguardano la salute dell’uomo, in un contesto che sta affrontando un cambiamento epocale, complici le tendenze demografiche dell’invecchiamento e dell’aumento della popolazione. «Quando i nostri ragazzi hanno installato ventilatori nella crisi del Covid hanno fatto molto più che partecipare all’attività dell’azienda, hanno preso parte a una sfida storica. Ma questo aspetto è presente anche al di fuori dell’emergenza: immaginiamo quale miglioramento in termini di efficienza e minori costi si potrebbe ottenere con la medicina di precisione, fondata su analisi mirate per individuare in maniera più rapida e precisa le patologie. Il ruolo di GE Healthcare è quello di aiutare il medico a scegliere le soluzioni migliori non solo per i percorsi di cura dei pazienti ma anche per gestire l’ospedale e in definitiva contribuire a ottimizzare i processi in Sanità», dice Panza.

«I profili di cui siamo alla ricerca sono principalmente di due tipi: di natura tecnico commerciale che si occupano di tutta la parte delle gare e della vendita a ospedali pubblici e strutture private di macchinari e apparecchiature; e di natura assistenziale e manutentiva post vendita». Il primo profilo è quello di un venditore, che deve possedere anche competenze ingegneristiche e cliniche. «I nostri specialisti di prodotto sono commerciali esperti di tecnologia e devono essere in grado, ad esempio, di spiegare a un medico quali vantaggi trarrebbe dall’usare un determinato ecografo in un esame ai polmoni. Per riuscirvi devono possedere le conoscenze di base sull’anatomia e il funzionamento degli organi. Di più, in alcuni casi devono anche essere in grado di effettuare set up e demo live della macchina con il paziente sul lettino mostrando al medico come funziona il dispositivo nella pratica».

La gran parte del personale è tuttavia composta dal secondo tipo di figura professionale: coloro che si occupano di assistenza tecnica post vendita, che riparano i macchinari e ne garantiscono il corretto funzionamento. «Noi contribuiamo alla loro formazione sul campo ma molti dei nostri tecnici hanno già un background ingegneristico o provengono da un percorso di scuole superiori in ambito tecnologico. Anche in questo caso pensare a un ruolo da tecnici puri è riduttivo: cerchiamo persone che innanzitutto siano versatili e sappiano parlare il linguaggio di medici e infermieri, ma anche capacità di relazione e di lavorare in team. Infine, oltre a questi due profili, nelle funzioni di supporto al business, dalla finanza, al customer care, al marketing, alle risorse umane, siamo aperti a ragazzi che hanno studiato economia o scienze umanistiche, psicologia, nella convinzione che la multidisciplinarietà sia un arricchimento».

Per entrare a far parte del gruppo di lavoro di GE Healthcare le strade percorribili sono diverse.

GE Healthcare è entrata in contatto con oltre 100 ragazzi, fornendo loro l’opportunità di toccare con mano cosa vuol dire lavorare all’interno di una multinazionale del settore medicale

La collaborazione con gli ITS 

Per quanto riguarda i più giovani, negli ultimi anni attraverso esperienze di stageAlternanza Scuola-Lavoro e altri progetti specifici, l’azienda è entrata in contatto con oltre 100 ragazzi, fornendo loro l’opportunità di toccare con mano cosa vuol dire lavorare all’interno di una multinazionale del settore medicale. «Dal nostro punto di vista, oltre che un’opportunità per i ragazzi questi progetti rappresentano un’opportunità per le persone all’interno. Lo facciamo nell’ambito di una strategia socialmente responsabile, con l’obiettivo di supportare territori vasti, non solo Milano. Ai ragazzi l’esperienza serve per indirizzarsi al mondo del lavoro o per alcuni di loro che hanno già scelto un ITS focalizzato in quest’ambito, per arrivare pronti al mondo del lavoro e potersi inserire con un bagaglio già pratico oltre che teorico. Una delle iniziative di cui siamo particolarmente orgogliosi è quella che ha coinvolto 40 studenti dell’ITS Alessandro Volta per le Nuove Tecnologie della Vita di Trieste».

Ogni anno, GE Healthcare ha offerto agli Its con cui collabora 3 giornate di lezione e di approfondimenti pratici presso le proprie strutture (quest’anno, causa emergenza Covid-19, le ore di lezione sono state erogate attraverso una serie di sessioni da remoto). «L’ITS Volta non è l’unica realtà con la quale sono stati stretti rapporti di collaborazione, ne è dimostrazione il fatto che negli ultimi anni si è andata via via a consolidare sempre più la relazione anche con altri istituti del nostro territorio, come, ad esempio, l’esperienza molto intensa con l’ITS Meccatronico Lombardia, altra realtà di eccellenza nel contesto delle certificazioni post diploma. L’esperienza si conferma regolarmente una grande occasione per consolidare sempre di più una partnership che riteniamo strategica, e che si concretizza ulteriormente con l’ingresso di diverse risorse attraverso esperienze di stage curriculari o l’attivazione di contratti di apprendistato con ex studenti provenienti da queste realtà».

Ogni anno, GE Healthcare ha offerto agli Its con cui collabora 3 giornate di lezione e di approfondimenti pratici presso le proprie strutture

… e l’alternanza scuola-lavoro

Ma GE Healthcare non si limita a collaborare con studenti già avviati su un percorso che abbia permesso loro di maturare le competenze chiave richieste dall’azienda. Da anni guarda con interesse anche alle scuole superiori, promuovendo l’esperienza dell’Alternanza Scuola lavoro che favorisce l’orientamento dei ragazzi in un momento fondamentale del loro percorso formativo. «Abbiamo collaborato con numerosi licei ed istituti lombardi, in alcuni casi creando partnership di lungo periodo. E stiamo potenziando le iniziative in questo senso. Diverse le attività proposte, dalla durata da due a quattro settimane, in cui i ragazzi si sono cimentati sotto la guida di tutor aziendali. L’alternanza scuola-lavoro è stata concentrata su funzioni di ufficio e i ragazzi sono venuti fisicamente nella sede di Milano e hanno svolto molti lavori: un ragazzo è stato con noi nel team Hr e ci ha aiutato a costruire materiale per comunicazione interne oltre a supportarci nel recruiting, partecipando ai colloqui. C’è anche chi ha collaborato con l’ufficio gare, che è per noi fondamentale: non è restato a fare le fotocopie insomma, ma ha lavorato a tutta la parte di pre-vendita, preparazione documenti, rapporti con i commerciali, avendo così la possibilità di osservare e comprendere meglio le dinamiche del processo. C’è poi chi ha lavorato nell’amministrazione, nel customer care, nella strategia commerciale da pianificare e organizzare. Durante queste esperienze GE Healthcare ha cercato di trasferire agli studenti non solo conoscenze tecniche, ma anche le sfide quotidiane che caratterizzano una multinazionale, dove i risultati non sono mai il frutto della somma delle individualità, quanto l’esito di un costante lavoro di squadra. E soprattutto abbiamo cercato di trasmettere l’idea che chi lavora in GE Healthcare partecipa attivamente alle sfide tecnologiche che caratterizzano il presente ed il futuro della Sanità».

 

Dallo stage al contratto in GE Healthcare

Una parte degli stage è riservata agli studenti di ITS e viene somministrata con formule standard di sei mesi. Alcune esperienze di stage si sono tramutate in contratti di apprendistato e poi a tempo indeterminato. «Uno dei talenti maggiori delle risorse umane che oggi è assunta è partita come stage. Sicuramente questo è un percorso», dice Panza. Ma se lo stage è un canale di ingresso, la maggior parte degli inserimenti avviene tramite pubblicazioni di posizioni a cui segue un processo di selezione strutturato in colloqui a step. Il colloquio è fondamentale per individuare quelle soft skill che Panza ritiene cruciali per la scelta dei collaboratori.

«Che si parli di ruoli di vendita, di assistenza tecnica o di supporto al territorio, cerchiamo persone con una forte attitudine a costruire solide relazioni interne, curiosità, propensione al miglioramento continuo, empatia, umiltà, volontà di crescere. Chi viene assunto ha dimostrato propensione all’innovazione, al cambiamento, alla collaborazione e tanta passione per la tecnologia applicata all’ambito sanitario», dice Panza. «Il voto di laurea non è l’unico elemento su cui basiamo la valutazione di una risorsa junior, anche tendenze e personalità sono fondamentali. Nei giovani non cerchiamo già una solida esperienza tecnica, ma una buona preparazione di base e tanta volontà di imparare. L’esperienza di tanti colloqui e il coinvolgimento diretto dei manager, ognuno dei quali con il proprio punto di vista e le proprie competenze, ha portato negli anni ad assumere tantissimi talenti, sia tra i giovanissimi che tra professionisti già solidi. Un altro strumento utile sono gli assessment di gruppo durante i quali, pur nell’ambiente artificiale tipico del role-playing, i ragazzi interagiscono tra di loro e qualcosa si vede della loro personalità, chi traina, chi si mette a disposizione, chi sta nelle retrovie, chi cerca di imporsi sugli altri».

GE Healthcare promuove l’esperienza dell’Alternanza Scuola lavoro, che favorisce l’orientamento dei ragazzi in un momento fondamentale del loro percorso formativo

La formazione continua 

Il personale di GE Healthcare beneficia anche della formazione continua. «Abbiamo due impianti: una formazione tecnica commerciale, ricorrente, perché i prodotti vengono aggiornati continuamente. Sia che si parli di tecnici che di commerciali, la formazione è continua e costante e puntuale perché garantisce l’operatività. Invece c’è un secondo tipo di formazione basata sullo sviluppo individuale. Il catalogo formativo – un faldone di carta con tanti corsi tra cui scegliere – non esiste più: oggi al contrario si parte dai colloqui tra people leader (così chiamiamo il nostro manager) e collaboratore per condividere le aree di sviluppo individuale su cui lavorare costruendo dei percorsi formativi ad hoc. Se voglio fare il direttore del personale, ad esempio, le leve formative saranno figlie di un percorso indirizzato a quello: dovrò lavorare sulla strategia di assunzione e di sviluppo dei talenti, la comunicazione interna, l’evoluzione della cultura aziendale, la comprensione delle dinamiche del business per poter offrire al management soluzioni in ambito di gestione dell’organizzazione. Quindi non ci limitiamo a somministrare una serie di competenze trasversali al team, ma traduciamo su ogni individuo la formazione in maniera personalizzata, unendo teoria e pratica».