L’Italia è il secondo Paese manifatturiero in Europa e per questo motivo è fondamentale saper raccontare il valore economico e sociale delle realtà che ne fanno parte. A questo proposito, abbiamo incontrato Corrado Felice La Forgia, Vicepresidente di Federmeccanica, che ha commentato la nuova ricerca realizzata dal Lab Liberare l’Ingegno e spiegato l’importanza del progetto Italia Meccatronica per la Federazione.

Benvenuto Corrado, può raccontarci il suo percorso in Federmeccanica, presentando questa realtà ai lettori di Italia Meccatronica?

Buongiorno a tutti, mi chiamo Corrado La Forgia e sono un ingegnere meccanico con trent’anni di esperienza come manager all’interno di multinazionali del settore automotive. Dal 2013, sono Amministratore Delegato di VHIT SPA, azienda parte del gruppo cinese Weifu, e dal 2021, Vicepresidente di Federmeccanica con delega alla Transizione Tecnologica ed Ecologica. A questa realtà mi sono avvicinato nel 2016, dopo aver ricoperto anche diversi ruoli nell’Associazione Industriali di Cremona, spinto da una grande passione per l’innovazione e la tecnologia.

Durante i miei primi anni in Federmeccanica, ho avuto sia il piacere di conoscere il Presidente Fabio Storchi, un imprenditore illuminato specialmente sui temi connessi all’Industria 4.0, sia la possibilità di osservare da vicino i cambiamenti della Federazione stessa. Federmeccanica, infatti, è sempre stata percepita come una semplice federazione di aziende, un ente istituzionale addetto alla gestione del contratto metalmeccanico. Oggi, invece, vogliamo porci come una sorta di faro che possa tenere accesi i riflettori sulle trasformazioni del Settore, diventando così un punto di riferimento per il nostro sistema industriale e tutti coloro che hanno voglia di ascoltare.

In che modo state lavorando per raggiungere questi obiettivi?

Il primo passo è stato creare il Lab Liberare l’Ingegno, un laboratorio che ho l’onore di presiedere e che si avvale del contributo di imprenditori, manager e accademici per svolgere un’operazione di divulgazione e consapevolezza rispetto alle innovazioni del Settore. I documenti prodotti grazie al Lab Liberare l’Ingegno non sono ricchi di principi enunciati, elementi che spesso mettono in difficoltà le piccole e medie imprese, ma di applicazioni concrete che consentono di motivare, aggregare, coinvolgere e appassionare le aziende. A questo proposito, desidero sottolineare che per noi “concretezza” non significa “superficialità”. Il nostro obiettivo, infatti, è restituire i principi filosofici e intellettuali che sono alla base di queste innovazioni attraverso un approccio pragmatico e un linguaggio accessibile in ottica peer-to-peer.

Nel 2016, ad esempio, abbiamo realizzato un sondaggio volto a indagare il grado di consapevolezza delle imprese italiane rispetto all’Industria 4.0. Questa ricerca evidenziò che le piccole e medie imprese non erano ancora riuscite a cogliere le potenzialità offerte da determinate tecnologie, sottolineando il bisogno di essere accompagnate nel loro percorso verso l’innovazione. Nel 2024, invece, abbiamo focalizzato l’attenzione su Il futuro della Meccatronica in Italia, realizzando uno studio a partire dalle testimonianze di imprenditori e manager che hanno avviato spontaneamente una trasformazione digitale ed ecologica nella propria azienda, senza attendere alcun incentivo.

Alla luce di quanto spiegato, cosa significa per voi investire in un progetto come Italia Meccatronica?

Investire in nuovi progetti è la chiave per continuare a evolvere e la scelta di prendere parte al progetto Italia Meccatronica a partire dal 2024 si inserisce proprio in questa prospettiva.

L’Italia è il secondo Paese manifatturiero in Europa, una peculiarità che ci contraddistingue fin dal dopoguerra, ed è fondamentale comunicare che lavorare in fabbrica e per la fabbrica contribuisce a mantenere saldo uno dei pilastri dell’economia italiana. Negli ultimi anni, inoltre, l’Industria 4.0 ha trasformato la fabbrica in un luogo ricco di stimoli, dove l’ingegno degli uomini e delle donne che ne fanno parte consente di generare innovazione e benessere. In quest’ottica, il progetto rappresenta uno spazio in cui poter parlare di impresa nel modo giusto, contrastando la visione negativa della fabbrica, che purtroppo, è ancora molto diffusa.

Insieme a Italia Meccatronica, dunque, vogliamo contribuire a coinvolgere e far appassionare quante più persone possibile alla meccatronica, veicolando anche il concetto di “Invented in Italy” che in qualche modo supera quello di “Made in Italy”.

Il concetto di “Invented in Italy” è ricorrente nei documenti prodotti dal laboratorio di Federmeccanica. Cosa si intende con questa espressione?

Nel secondo dopoguerra, l’Italia era conosciuta come “l’officina del mondo” grazie ai numerosi prodotti “Made in Italy”, ma al giorno d’oggi, parlare di “prodotto in Italia” è riduttivo poiché tutti sono ormai capaci di produrre. Con una popolazione di circa 60 milioni di persone, ad esempio, il nostro Paese può essere considerato “l’errore statistico della Cina” che ha ben 1 miliardo e 400 milioni di abitanti. E affinché sia possibile competere economicamente e finanziariamente con una potenza di questo tipo è necessario saper creare qualcosa di nuovo. Ciò che ci contraddistingue, dunque, è la capacità di inventare e proporre soluzioni che siano utili e rilevanti nel mercato globale: ecco il motivo per cui parliamo di “Invented in Italy”.

Questo concetto, inoltre, ci aiuta a comprendere quanto la rivoluzione tecnologica e culturale siano intrecciate tra loro nell’ambito della meccatronica. In passato, ad esempio, rilevare i dati di prestazione dei macchinari richiedeva l’impiego di fogli di calcolo, una procedura molto lunga e dispendiosa in termini di tempo ed energie. Oggi, invece, questo processo è stato completamente automatizzato ed è possibile svolgere le stesse operazioni in pochi istanti proprio grazie alla digitalizzazione e agli strumenti basati sull’intelligenza artificiale presenti in fabbrica. In quest’ottica, la tecnologia diventa essenziale per liberare l’ingegno umano e lasciare alle persone il tempo per pensare ed essere creative.

Infine, in che modo il Lab Liberare l’Ingegno continuerà a raccontare questo cambiamento anche grazie a Italia Meccatronica?

Non basta introdurre una nuova tecnologia per aumentare la produttività, ma è necessario liberare l’ingegno grazie alla tecnologia per generare valore. Questo è il messaggio che vogliamo trasmettere attraverso le iniziative del Lab Liberare l’Ingegno e insieme a Italia Meccatronica, un progetto voluto da Federmeccanica nella figura di Diego Andreis, Vicepresidente con delega alla Cultura d’Impresa e Comunicazione.

Il nostro obiettivo non è spiegare il “come”, ma il “perché” alla base di determinate scelte, raccontando, ad esempio, quanto siano fondamentali in un’azienda elementi come la multiculturalità, la femminilità e le nuove generazioni. I più giovani, in particolare, ci aiutano a guardare il mondo con occhi diversi e muoverci in un contesto fortemente digitale. E in un’impresa, la combinazione tra la loro proattività e l’esperienza di figure senior consente di generare mix esplosivi di creatività e competenza.

A questo proposito, auspico che le nuove generazioni possano interessarsi alla meccatronica e auguro a noi più maturi di riuscire a farle appassionare per continuare ad alimentare quel “Invented in Italy” che costituisce le fondamenta del nostro futuro.