Il produttore di macchine e impianti per l’industria alimentare offre ai clienti soluzioni chiavi in mano: dall’idea alla ingegnerizzazione fino al collaudo in campo e alla manutenzione post vendita. Le attitudini richieste? Non solo verso le ultime tecnologie… E nell’ufficio tecnico l’età media è di 30 anni! Ce ne parlano Francesca e Cristina Sordi

 

«La meccatronica porta a occuparsi di tecnologie all’avanguardia, a viaggiare e a conoscere il mondo». Se servissero argomenti per convincere un rappresentante della Gen Z a guardare con attenzione a questo settore, Francesca e Cristina Sordi, ne avrebbero diversi. Le due manager sono, insieme alla terza sorella Federica, la quarta generazione di una piccola impresa familiare (con fatturato tra 6 e 7 milioni di euro e 30 dipendenti) che nel lodigiano produce macchine e impianti per l’industria alimentare.

«I nostri tecnici lavorano e fanno cantieri in tutto mondo, esclusi luoghi pericolosi, che per politica aziendale non vagliamo – raccontano Francesca e Cristina – Per lavorare in Sordi ci vogliono attitudine verso le tecnologie più innovative quali sviluppo di software per Plc ma e anche più tradizionali come gestioni di  un cantiere, e sono attitudini che appartengono in prevalenza ai giovani. Non è un caso che nell’ufficio tecnico l’età media sia di 30 anni, con la presenza di più di un ragazzo poco più che ventenne».

 

Dall’Expo di Parigi alla meccatronica

La storia di Sordi è antica: la fondazione risale al 1881 e l’humus è quello del maggior distretto lattiero caseario d’Italia, di tradizione millenaria. Melchiorre Sordi, in attesa di una nave per l’America a Lodi, sua città Natale, comincia a collaborare con l’Istituto Lattiero Caseario mettendo a punto il primo caglio industriale Italiano, la cui produzione in Sordi è proseguita fino agli al 1980. Contestualmente inizia a progettare e costruire le prime macchine industriali al servizio dello stesso settore. «All’esposizione universale Expo Parigi nel 1900, quella della Torre Eiffel, Melchiorre portò macchine per la lavorazione del latte, caglio, prodotti chimici e coadiuvanti tecnologici», dicono le due eredi. Da allora, la strada percorsa è stata molta, ma la logica è cambiata poco. «Siamo internazionali da sempre, mio nonno Carlo aveva stabili rapporti commerciali con la Russia, e noi oggi vendiamo impianti in tutto il mondo. E abbiamo un forte focus sulla ricerca tecnologica che ci ha portato a diversificare rispetto al latte e a sperimentare nell’industria alimentare più ampia».

Sperimentazione che ha portato Sordi a diventare «un integrator alimentare. Abbiamo diverse linee, da quelle di pastorizzazione che servono a lavorare il latte per renderlo adatto al consumo alimentare, fino alla produzione di yogurt e formaggi a pasta molle e dura. Abbiamo aggiunto negli ultimi anni una divisione che si occupa di bevande vegetali: quindi lavoriamo i semi di soia o avena per trasformarli in bevande e, nel caso della soia, anche in tofu. Inoltre, sempre da questo ampliamento a settori affini, nasce l’unità che si occupa del succo di frutta prodotto a partire dalla trasformazione dei concentrati. Tutte le macchine sono dotate di impianto di lavaggio (cleaning in place, cip)». Infine, l’attività di controlloautomazione spazia dalla selezione della strumentazione idonea, all’analisi e sviluppo software per PLC e PC dedicati alla supervisione, alla tracciabilità del prodotto e alla diagnostica, con soluzioni aperte che permettono l’integrazione e lo scambio di informazioni (Industria 4.0).

Sordi all’Expo di Parigi

 

 

Meccatronici al 100%

Focale è la R&D, che serve al continuo miglioramento dei macchinari con l’introduzione di nuove tecnologie. «Ingegneri e commerciali sono tutti coinvolti nella ricerca. E poiché nel settore alimentare anche chi si occupa di macchine deve necessariamente fare i conti con il prodotto finale, abbiamo uno scambio costante e collaborazioni con tecnologi alimentari che mettono a punto la ricetta alimentare perfetta mentre noi ingegnerizziamo il processo». Tutto avviene nella sede di Montanaso Lombardo, 30 km a sud da Milano, in uno stabilimento che occupa una superficie di circa 8mila metri quadri, di cui 4mila coperti (una sede commerciale è in via di apertura a Dubai).

«Realizziamo in house l’assemblaggio e quando possibile anche l’elettrificazione e il collaudo ad acqua, per poi avere solo il collaudo a prodotto dal cliente. Assemblare all’interno della nostra officina riduce i costi per noi e per i clienti». Questo perché si tratta di impianti con un elevato livello di complessità meccatronica, come spiegano bene le manager partendo dall’esempio di una linea di produzione che riguarda il trattamento termico del prodotto alimentare, la più semplice: «Questa macchina è costituita da componenti meccaniche, pompe, valvole, scambiatori di calore collegati tra loro. In linea è installata una serie di strumenti per rilevare in campo temperature e pressioni di lavoro, la linea è quindi cablata elettricamente. Un quadro di comando con  PLC controllore a logica programmabile controlla la sequenza di processo e si interfaccia con un HMI  che può essere un PC dove un operatore può rilevare tutti i parametri che possono essere inviati in rete a un sistema di supervisione centrale. Meccatronica al 100%».

 

La formula che offre Sordi è tipica della meccatronica italiana: chiavi in mano dall’idea alla ingegnerizzazione fino al collaudo in campo e alla manutenzione post vendita

Impianti chiavi in mano

La formula che offre Sordi è anch’essa tipica della meccatronica italiana: chiavi in mano dall’idea alla ingegnerizzazione fino al collaudo in campo e alla manutenzione post vendita. «Se richiesto, possiamo fornire supporto tecnologico anche per la produzione di differenti formulazioni alimentari», spiegano le sorelle Sordi. «Offriamo assistenza anche post vendita e possiamo in molti casi operare da remoto, ma solo a collaudo avvenuto».