La multinazionale ha un programma didattico molto articolato, con un impegno diretto nella formazione tecnica dei futuri lavoratori. Dalle elementari all’università, l’impegno educativo del Gruppo si focalizza su robotica, materie stem, IoT. I progetti con l’ITS lombardo meccatronico di Sesto San Giovanni e il Cuccovillo di Bari. E…

 

Se in Italia c’è un gruppo che è attento ai ragazzi di tutte le età – dagli studenti delle elementari al post laurea – quello si chiama Bosch, multinazionale tedesca attiva nella componentistica auto e soluzioni per la mobilità, nella tecnologia industriale, energia e costruzioni, nei beni di consumo, nella sensoristica e nella formazione. In Italia Bosch è presente con 19 tra sedi e siti produttivi, 4 centri di competenza di livello mondiale e oltre 6mila dipendenti, che sono circa 400mila nel mondo.

Il Gruppo ha un programma didattico molto articolato, con un impegno diretto nella formazione tecnica dei futuri lavoratori. Parte dall’incoraggiamento delle bambine delle classi quinte elementari alla sensibilizzazione verso le materie stem, età in cui i pregiudizi di genere non sono ancora “attivi”. Si concentra poi sui più giovani con l’alternanza scuola-lavoro e il format di sensibilizzazione “Allenarsi per il Futuro”, attualmente tramite appuntamenti webinar con le testimonianze degli sportivi, sempre in modalità digital.

Quindi si concentra sulla formazione tecnica degli ITS, in particolare quello lombardo meccatronico di Sesto San Giovanni e il Cuccovillo di Bari, oltre a collaborare con numerosi istituti tecnici. Infine, propone il Talent Program Bosch Industry 4.0 per ingegneri e matematici neolaureati, un master di due anni in collaborazione con Cefriel, Politecnico di Milano e Tec, la scuola di formazione del Gruppo. Bosch si spinge anche su azioni di employer branding, ossia su iniziative per entrare in contatto con i giovani ed essere attrattivi per quelli a più alto potenziale, con sfide (hackaton) aperte agli studenti universitari. La più recente, Restart, è stata lanciata in pieno lockdown e si è svolta a fine maggio su Teams: 24 ore di esercitazione in team, con 200 studenti divisi in gruppi da una decina, che hanno concorso allo sviluppo di idee sulla ripartenza in sicurezza anti-Covid in fabbrica. La prossima, Hack&Go!, è prevista per il 14-15 ottobre e sarà incentrata su 5G, IoT e mobility service per smart city e smart life, promossa da Fondazione Triulza in partnership con Bosch e WindTre, in collaborazione con Concept Reply e con la sponsorizzazione di Antas e di Planet Idea.

Il lancio di Hack&Go!, prevista per il 14-15 ottobre. La sfida sarà incentrata su 5G, IoT e mobility service per smart city e smart life, è promossa da Fondazione Triulza in partnership con Bosch e WindTre, in collaborazione con Concept Reply e con la sponsorizzazione di Antas e di Planet Idea

L’hackaton è riservata agli studenti universitari, che devono proporsi in team. I due gruppi vincitori svolgeranno uno stage di sei mesi in Bosch o in WindTre sullo sviluppo dei progetti proposti. Sono in palio anche quattro borse di studio da mille euro l’una (Premio Gelmi, alla IX edizione, in ricordo del collega della Risorse Umane di Bosch Maurizio Gelmi scomparso prematuramente), per le tesi di laurea più interessanti su modelli innovativi di gestione HR durante il lockdown. «Dobbiamo abituarci a situazioni come quella appena vissuta, che tra l’altro non si è ancora conclusa, e che potrebbe ripetersi in futuro. Da ora in poi è richiesta una grande agilità organizzativa», commenta Roberto Zecchino, vicepresidente Risorse Umane e Organizzazione Bosch Sud Europa.

Roberto Zecchino, vicepresidente Risorse Umane e Organizzazione Bosch Sud Europa

 

Con il Talent Program di Bosch nasce l’Industrial Iot specialist

L’impegno educativo di Bosch è rivolto all’innalzamento complessivo del livello di competenze tecniche e tecnologiche dei giovani per innovare il tessuto industriale. Quanto al suo specifico fabbisogno come realtà industriale, oggi si concentra su ingegneri meccanici, elettronici, dell’automazione, informatici, meccatronici, elettrici o matematici con competenze 4.0, come i 30 partecipanti al Talent Program Bosch Industry 4.0, la cui seconda edizione si conclude ad aprile 2021.

«Il motivo per cui abbiamo avviato il Talent Program, con ingegneri neolaureati impegnati per due anni sui temi dell’Industria 4.0 nei nostri siti di Bari, Brembate, Offanengo, Nonantola, Milano e Villasanta e sei mesi di esperienza nella nostra fabbrica più avanzata in Germania, è dovuto al fatto che stanno cambiando le figure richieste dal mercato. Il paradigma 4.0 è entrato prepotentemente nel mondo industriale e, nei nostri impianti, da un lato sono in corso progetti per produrre in modo sempre più smart e intelligente, dall’altro siamo noi stessi fornitori di tecnologie abilitanti, come i sensori. Quindi abbiamo doppiamente bisogno di inserire nuove competenze, che l’università ancora non fornisce così specializzate, né si trovano sul mercato», racconta Sabrina Castellan, training, recruiting & development director di Bosch Italia. Da questo mismatch tra domanda e offerta di competenze, è nata la decisione di progettare un percorso post laurea professionalizzante, con un’assunzione di apprendistato di alta formazione per due anni e la partecipazione a un master dedicato alle tecnologie, i processi e i prodotti più avanzati in ambito 4.0. Il team che ne è risultato, frutto di una selezione accuratissima tra migliaia di candidati ingegneri da tutta Italia, è fortemente motivato e innovativo. Di fatto 17 giovani talenti nel 2017 e 13 nel 2019 sono stati assunti in alto apprendistato da Bosch, svolgendo al contempo il master sulle tecnologie 4.0. Tutti i 17 della prima edizione sono stati stabilizzati a conclusione dei due anni e inseriti come Industrial Iot specialist in progetti innovativi per la manutenzione predittiva, la produzione, la logistica, in sostanza in tutte quelle aree di Bosch dove è in corso l’implementazione di progetti di connettività delle macchine e analisi e utilizzo dei dati che stanno cambiando il modo di produrre, di pianificare e di distribuire. «Una terza edizione sarà pensabile più avanti, ma non subito in primavera alla fine della seconda edizione. È difficile programmare in questo momento», commenta Sabrina Castellan, direttore Tec, l’academy di Bosch per la formazione interna e attiva anche sul libero mercato.

Sabrina Castellan, training, recruiting & development director di Bosch Italia

 

I tecnici di Bosch agili, inclusivi e sorridenti

Bosch in questo momento cerca anche tecnici specializzati, preferibilmente con solida formazione presso gli ITS meccatronici, i bienni specialistici post diploma. In particolare, una ventina di tecnici e ingegneri troveranno posto in Sensortec, società del Gruppo che, nella sede italiana di Milano, sviluppa sensori di nuova generazione e fa parte di un network internazionale di ricercatori, sviluppatori e figure commerciali. Softwaristi, tecnici e ingegneri sono richiesti anche in Etas, società di Torino sempre del Gruppo Bosch, che sviluppa centraline per automobili. «In media, assorbiamo una cinquantina di tecnici all’anno nelle consociate di Bosch», precisa Zecchino. Ma quali sono le competenze richieste da Bosch? «Date per certe le technicality, a noi interessano giovani con la passione per il mondo industriale e meccanico, che siano capaci di lavorare in gruppo, che abbiano agilità mentale e apertura al dialogo, al riconoscimento e alla valorizzazione delle diversità e della multiculturalità, perché lavoreranno in ambienti molto internazionali. Vogliamo persone sorridenti, che affrontino i progetti con entusiasmo e positività. Oggi puntiamo sul potenziale relazionale delle nuove generazioni, perché la tecnica si apprende più facilmente del buon carattere», spiega Zecchino.

Educallenatori di “Allenarsi per il futuro”. Bosch ha un programma didattico molto articolato, con un impegno diretto nella formazione tecnica dei futuri lavoratori.

 

La “Piccola Fabbrica” da Bari a Monza

Bosch è tra le aziende fondatrici dell’ITS Lombardia Meccatronica di Sesto San Giovanni, cui fornisce docenza tecnica, attrezzature per le attività di laboratorio e stage ed è anche tra i fondatori dell’ITS meccanica e meccatronica Cuccovillo di Bari. Proprio a Bari, nell’impianto Tecnologie per il diesel ha allestito la “Piccola Fabbrica”, un laboratorio didattico con tutte le fasi produttive di un impianto meccatronico per far esercitare gli studenti dell’ITS Cuccovillo direttamente sulle macchine, senza rischio di danneggiarle e provocare interruzioni di produzione. Per questo progetto, nel 2017 Bosch ha vinto il premio Dual Concept della Camera di Commercio italo-germanica per la formazione duale, il modello tedesco che in Italia si sta diffondendo proprio grazie agli ITS, fondazioni pubblico-private progettate come formazione terziaria, dove scuola e impresa sono fortemente intrecciate sia nella progettazione dei corsi, sia nella messa a disposizione dei macchinari e dei propri tecnici per la didattica.

Questi bienni post diploma specialistici, infatti, sono stati istituiti una decina di anni fa per formare tecnici specializzati sulle nuove tecnologie abilitanti l’Industria 4.0, in collaborazione con le imprese che sono le dirette interessate. La percentuale di placement a un anno dal diploma supera l’80% e, in campo meccanico e meccatronico, va oltre il 90%, sopra la media di occupazione di neolaureati e diplomati. Un modello analogo alla “Piccola fabbrica” di Bari è stato realizzato due anni fa in Edim, a Villasanta in provincia di Monza, una recente acquisizione di Bosch. Nel sito, specializzato in lavorazioni meccaniche in alluminio per l’automotive con un forte bisogno di modernizzazione, Bosch ha realizzato investimenti in innovazione tecnologica, introducendo anche un laboratorio didattico di Industry 4.0 dove gli studenti di meccanica e meccatronica dell’Istituto tecnico Hensemberger di Monza svolgono un programma duale in campo robotico, con esercitazioni sulle macchine. Per questo programma la scuola tecnica ha vinto il concorso SI_Fabbrica, indetto nel 2019 dal Politecnico di Milano per le migliori esperienze didattiche di avvicinamento tra aziende, studenti e famiglie.

La sfida Restart è stata lanciata in pieno lockdown e si è svolta a fine maggio su Teams: 24 ore di esercitazione in team, con 200 studenti divisi in gruppi da una decina, che hanno concorso allo sviluppo di idee sulla ripartenza in sicurezza anti-Covid in fabbrica.

L’alternanza al Galilei di Milano insegna la robotica alle bambine

Oltre 320.000 studenti di istituti professionali, tecnici e licei delle diverse regioni italiane sono stati ospitati nella sede milanese di Bosch negli ultimi 5 anni, in aule da una ventina di partecipanti per due settimane lavorative (80 ore), con attività di orientamento e formazione “on the job” all’ufficio tecnico, in amministrazione o al marketing e comunicazione. «Crediamo molto nel valore di questi momenti di orientamento, sia per dare concretezza a quello che potranno fare loro “da grandi”, da lì a poco, sia perché inizino a familiarizzare con le regole di puntualità, rispetto, educazione e decoro (anche nell’abbigliamento) da tenere in ufficio. Al tempo stesso, noi adulti ci abituiamo a trattare con i giovani che presto saranno colleghi. Nonostante i tempi duri dell’automotive, Bosch continua a investire in queste iniziative di scambio con la scuola, proprio perché crede nel suo valore sociale per orientare nel modo migliore la forza lavoro di domani», commenta Zecchino.

Ovviamente ora è tutto sospeso per le misure anti-Covid. Un format di alternanza scuola-lavoro particolarmente innovativo ideato da Bosch è “girls@bosch”, in collaborazione con l’Istituto tecnico meccatronico Galileo Galilei di Milano. In pratica, 19 studenti della quarta meccatronica nel 2019 hanno guidato in laboratorio 12 bambine di una quinta elementare nella costruzione di un robot. Un modo concreto per avvicinare le bambine alle materie Stem (Science, technology, Engineering, Maths), di cui c’è così bisogno per innovare il Paese, coinvolgendo dei ragazzi più grandi che hanno così avuto l’occasione di trasferire il loro saper fare tecnologico a bambine a digiuno di tutto. Prove generali di reverse mentoring? I prossimi interlocutori di questi giovani meccatronici potrebbero essere i colleghi senior a digiuno di robotica e automazione.