La multinazionale ha avviato 60 programmi di apprendimento con gli Its. Gli stage per le università e l’alternanza scuola-lavoro. Gli skill richiesti? Tecnici, ma non solo…

 

Città in cui gli edifici sono auto-riscaldanti e raffrescanti, il traffico è regolato dall’AI, i trasporti pubblici potenziati e senza attese; in cui tutti gli abitanti sono interconnessi e le uniche auto in circolazione sono elettriche. Realtà manifatturiere dove il livello di automazione è sempre più spinto, dove i robot lavorano fianco a fianco in assoluta sicurezza con gli operatori, dove i flussi di produzione sono attentamente controllati con l’adozione di processi all’avanguardia che assicurano affidabilità delle consegne ed elevati standard di qualità. Quando si parla di smart city, di smart mobility e smart manufacturing il riferimento ad Abb è immediato.

Per rendere Abb un Gruppo leader in questi settori  servono tecnici diplomati degli Its o ingegneri elettronici ed elettrici: ce ne sono pochi e ne serviranno sempre di più. Abb, multinazionale che opera nel campo dell’elettrificazione e dell’automazione,  ogni anno aggiunge alle sue fila tra i 200 e i 250 nuovi talenti, almeno la metà giovani al primo impiego. Abb è anche leader nelle tecnologie digitali per abilitare il manifatturiero, dai software industriali ai robot (il più noto è il cobot umanoide Yumi, ma c’è molto altro). In buona sostanza, scrive il futuro di smart city, smart mobility, oltre che dello smart manufacturing. 

Delle opportunità aperte in Abb e di come provare a far parte di questa azienda abbiamo parlato con i referenti delle Risorse Umane, Annalisa Menolascina, Senior Talent Partner e Gaia Calza, Employer Branding Specialist. «La strategia industriale orientata all’innovazione tecnologica e digitale richiede la presenza di un mix tra professionisti dotati di esperienza consolidata e neo laureati o diplomati portatori di linfa vitale e di uno sguardo sul futuro che si concretizza con idee e visioni nuovi», premette Menolascina.

«In Italia le nostre realtà si occupano, tra gli altri,  di robotica e  prodotti di media e di bassa tensione in un ambiente che per quanto manifatturiero, è molto diverso da quello che è ancora nell’immaginario comune dell’ambiente produttivo, in cui ci si sporca di grasso e c’è un rumore assordante», continua Menolascina. E sul fronte dell’immaginario comune c’è molto lavoro da fare. «Faccio un esempio su tutti: nella saldatura robotizzata c’è poca competenza e tante opportunità. Formare ragazzi a questa abilità vuol dire dar loro un futuro lavorativo certo e sicuro. Una cosa che probabilmente non è sufficientemente percepita dalle famiglie e lo vediamo quando partecipiamo all’open day dell’Its Meccatronica, per esempio. Nell’immaginario comune il robot saldatore è quello che ruba lavoro al saldatore umano non uno strumento che crea nuove mansioni per le persone».

Gli Its con cui Abb sostiene progetti continuativi – a oggi sono stati avviati 60 programmi di apprendimento sul lavoro – sono diversi tra Lombardia, Toscana, Liguria e Lazio

 

Le risorse umane che vorrebbe Abb: competenze ingegneristiche e soft skill

Partiamo dalle basi: chi cerca Abb? Parliamo di una società di ingegneria, per cui la ricerca si focalizza tipicamente su «competenze ingegneristiche per il 90 per cento. La formazione tecnica è necessaria ma non sufficiente: per esempio è fondamentale anche la conoscenza dell’inglese che per gli studenti non sempre è adeguata così come la capacità di lavorare in team che per noi è fondamentale (nessun lavoro e nessuna ricerca di Abb viene fatta individualmente), che è una skill che a scuola non è sempre possibile praticare», dice Calza, il cui lavoro è appunto quello di aumentare la conoscenza del marchio Abb presso i giovani. Un compito cruciale per attrarre tecnici in un mercato quale quello italiano in cui essi scarseggiano e il mismatching tra domanda e offerta di lavoro è fatto noto. E per superare questa discrepanza, Abb va a caccia di talenti collaborando con Istituti Tecnici, Its e Università.

 

Le collaborazioni con gli Its: 60 programmi di apprendimento sul lavoro, l’Abb Robotic educational project e l’Its day

«Abbiamo una volta all’anno, da quattro anni, l’accoglimento in azienda con l’Its day: vengono i ragazzi nella sede di Dalmine, fanno formazione nel  nostro SmartLab toccando con mano quello che facciamo in fabbrica. L’obiettivo è avvicinarli al nostro mondo e mostrargli come quello che studiano diventa un prodotto e un lavoro», spiega Menolascina.

Gli Its con cui Abb sostiene progetti continuativi – a oggi sono stati avviati 60 programmi di apprendimento sul lavoro – sono diversi tra Lombardia, Toscana, Liguria e Lazio.

In particolare:

·       l’ITS Lombardia Meccatronica Bergamo

·       l’ITS Lombardia Meccatronica Sesto San Giovanni

·       l’ITS per le nuove tecnologie per il Made in Italy – San Paolo d’Argon (BG)

·       l’ITS Energia Ambiente Edilizia Sostenibile – Vimercate (MB)

·       ITS Rizzoli per le Tecnologie dell’informazione e della Comunicazione (Corso Smart Manufacturing) di Milano

·       l’ITS Meccatronico del Lazio a Frosinone

·       l’ITS ICT di Genova

·       l’ITS Efficienza Energetica di Savona

·       l’ITS Energia e Ambiente di Colle Val d’Elsa (SI).

Agli studenti degli Its l’azienda dedica anche l’Abb Robotic educational project, una serie di seminari incentrati sulla robotica e l’automazione.

 

Come si colma il gap con l’accademia: circa 200 studenti in stage nel 2019

Abb collabora inoltre con numerose università in tutto il mondo, per colmare il gap impresa e accademia. Le collaborazioni oggi attive con atenei italiani vedono coinvolti Sda Bocconi, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino e con le università di Bergamo, Brescia, Cassino, Firenze, Genova, Padova, Pavia, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata e Trieste. Nel solo 2019 circa 200 studenti e neolaureati hanno svolto internship presso Abb in Italia.

La produzione di Abb nel plant di Dalmine, dove i ragazzi fanno formazione nello SmartLab toccando con mano quello che si fa in fabbrica

L’alternanza scuola-lavoro: 70 ragazzi ogni anno in forze presso le funzioni amministrative e la collaborazione con Junior Achievement

Anche sull’alternanza scuola-lavoro Abb è molto attiva. Ospita ogni anno studenti delle superiori, l’anno scorso 70, rendendogli disponibili esperienze in tutte le aree aziendali (anche amministrativa). «Siamo inoltre partner di Junior Achievement, un’associazione che si occupa di educazione imprenditoriale a livello mondiale. I progetti di JA partono dalla scuola primaria e si estendono a quella secondaria, dove i ragazzi mettono a punto delle mini-imprese che devono ideare prodotti o servizi innovativi, sotto la guida di tutor aziendali volontari. Abb Italia supporta questa iniziativa da oltre 18 anni su scala nazionale e i nostri tutor affiancano gli studenti sia dal punto di vista tecnico, sia dal punto di vista di strutturazione di business plan. Facciamo respirare ai ragazzi l’aria che tira in un’azienda e li aiutiamo a rendere concreta un’idea: un approccio molto pratico che è poi quello che applicheranno in azienda. Da tre anni, poi, abbiamo istituito un premio che riconosce l’impegno a realizzare soluzioni/prodotti fortemente orientati al digitale: il Premio Impresa 4.0», dice Calza.

I profili richiesti: i cinque “pillar” di Abb 

Infine, perché un under 25 dovrebbe scegliere Abb? L’azienda ha sintetizzato la risposta in cinque pilastri (qui il Link).

I pillar spiegano con chiarezza e semplicità cosa cerca Abb nelle persone che poi assume. Si chiede a chi lavora in Abb di farlo per obiettivi, qualunque sia il suo ruolo, avendo in mente che l’obiettivo finale è migliorare la vita delle persone: realizzando prodotti e soluzioni innovative a ridotto impatto ambientale o migliorando la sicurezza dei lavoratori nelle fabbriche o ancora sviluppando nuove tecnologie per combattere l’inquinamento. Deve, inoltre, “pensare globale”: è chiaro che un  Gruppo globale per cui la diversity è un valore aggiunto fondante dell’organizzazione, abbia bisogno di menti aperte e flessibili in grado di collocarsi in una dimensione planetaria.

Terzo pilastro: “mettersi alla prova”: Abb gestisce alcuni dei più sfidanti progetti al mondo partecipando alla sfida per ridurre le emissioni di carbonio.Ognuno è chiamato a dire la sua su prodotti e strategie, anche se si tratta di un’idea embrionale o in fase di sperimentazione.

Quarto pilastro, che si collega a quello precedente: Abb cerca pionieri della tecnologia, capaci di trovare nuove soluzioni come la realizzazione di sistemi di ricarica per veicoli elettrici che forniscono oltre 100 kW in pochi minuti. Infine, ogni dipendente della società deve essere leader collaborando con la sua squadra: prendere iniziative, portare avanti idee e guidare la propria carriera. Questi pillar si traducono in soft skill quali saper sviluppare il pensiero critico, parlare inglese, saper lavorare in squadra, essere flessibili, avere un approccio internazionale.

La produzione di Abb a Dalmine. Anche sull’alternanza scuola-lavoro la multinazionale è molto attiva. Ospita ogni anno studenti delle superiori, l’anno scorso 70, rendendogli disponibili esperienze in tutte le aree aziendali (anche amministrativa).

 

Come candidarsi

Per far parte dell’organico di Abb le strade da seguire sono dunque diverse. La più ortodossa è quella di cercare posizioni aperte sul sito (clicca qui) o di inviare il cv per presentare la propria candidatura spontanea (qui). Qui tutti i dettagli. Per i più giovani però, la multinazionale ha elaborato alcuni percorsi strutturati di accompagnamento.

«Per i ragazzi che stanno studiando e si devono ancora laureare si passa per lo stage che sia curriculare o extra curriculare della durata di 6 o 12 mesi. oppure lo stage per la tesi che noi favoriamo molto perché la dinamica della tesi è molto attinente con i nostri obiettivi. Quest’anno abbiamo lanciato il programma Scout, (Link), che consiste in uno stage di sei mesi in azienda, sei mesi duranti i quali i ragazzi hanno l’obiettivo di realizzare una tesi sperimentale. Dopo la laurea i ragazzi possono allo stesso modo fare stage o candidarsi per posizioni a contratto determinato e indeterminato. Facciamo loro un assessment in cui indaghiamo dinamiche di gruppo che è una cosa che valutiamo in fase di selezione. Facciamo di tutto per trasformare lo stage in contratto. Un’altra modalità è il Trainee Program: programmi che uniscono formazione teorica e on-the-job, assegnando progetti in due o tre paesi in un periodo tra 18 e 24 mesi.».

Lavorare in Abb: la formazione continua

Ovviamente una volta in Abb e in ossequio ai pillar, la formazione è una commodity di cui beneficiano tutti indistintamente e su diversi livelli. «Ci sono due diversi binari, ma i percorsi sono in ogni caso molto personalizzati. Abbiamo due momenti l’anno in cui ogni dipendente con il responsabile indica le proprie lacune formative da rimpolpare e si fa un percorso ad hoc per raggiungere l’obiettivo individuale. Poi c’è un’altra parte più standard con un catalogo formativo annuale attraverso cui si accede a corsi per migliorare le competenze trasversali. Parlavamo di lavorare in team: noi insegniamo come lavorare con team che sono dall’altra parte del mondo. Affrontiamo poi la grande tematica della lingua inglese: tutti hanno accesso a piattaforma di inglese gratuito e possono anche aggiungere corsi individuali. In un’ottica innovativa di digitale abbiamo da due anni introdotto pillole formative sul digitale, costantemente rinnovate, che vanno a toccare temi diversi, dal semplice invio di una email, al virtual meeting, ai sistemi di programmazione, con livelli di complessità crescenti a seconda della preparazione di base. L’obiettivo è di elevare le competenze digitale delle persone. Ci sono infine corsi aziendali standard per manager per la gestione delle persone, ma anche corsi per il bilanciamento vita-lavoro, master per le mamme, corsi di mindfulness, insomma, programmi che mirano a sviluppare anche le personalità e non sono solo legate a competenze tecniche funzionali al mondo del lavoro», conclude Menolascina.