Il suo vero nome è Istituto Tecnico Superiore Lombardo per le Nuove tecnologie Meccaniche e Meccatroniche. Andiamo alla scoperta di questo ecosistema, fondato tra gli altri anche da Assololombarda e distribuito su quattro province lombarde che presentano la più alta concentrazione di aziende eccellenti in fatto di Industry 4.0. A guidarci il suo direttore, l’ingegner Raffaele Crippa

La redazione di Italia Meccatronica – lo avevamo promesso nell’articolo I love ITS – è entrata nell’Istituto Tecnico Superiore Lombardo per le Nuove tecnologie Meccaniche e Meccatroniche (per gli aficionados semplicemente “ITS Lombardia Meccatronica”) e ha chiesto al suo direttore Raffaele Crippa di fare da guida in questo ecosistema dell’alta formazione tecnica che ha il suo head quarter presso l’Opera salesiana di Sesto San Giovanni (MI), ma agisce anche in altre tre location in altrettante province lombarde (Brescia, Bergamo, Lecco) che presentano una concentrazione di aziende eccellenti in fatto di innovazione di prodotto e di processo. Ma che soprattutto offrono agli studenti sia il personale tecnico per la docenza (che ha raggiunto il 70% del corpo docente contro il minimo nazionale previsto del 50%) sia l’opportunità di stage.
L’ITS Lombardia Meccatronica rientra in una più vasta rete di istituzioni simili dedicati all’industria meccatronica: da Udine a Bari, passando per Vicenza, Genova, Bologna, Firenze, Recanati, Perugia e Lanciano. Qui si formano tecnici superiori per la progettazione, gestione, manutenzione e vendita di soluzioni digitali per l’industria meccanica avanzata, l’automazione e la robotica.

L’ingegnere Raffaele Crippa, direttore ITS Lombardia Meccatronica.

Un ITS di respiro regionale

«Siamo partiti nel 2014 con il primo biennio, un po’ in ritardo rispetto ad altri ITS, perché volevamo far maturare un progetto di respiro regionale. E così è stato: oggi la collaborazione sinergica tra territori imprenditoriali diversi, ognuno con le proprie specificità, è un grande valore che mettiamo a disposizione di tutti i nostri studenti, attraverso le nostre quattro sedi e i quattro coordinatori territoriali», commenta Raffaele Crippa, direttore ITS Lombardia Meccatronica. Qui fino allo scorso luglio si sono formati e diplomati 257 studenti, con una media di 200 iscritti all’anno. L’occupazione a un anno dal conseguimento del diploma è praticamente totale, con un placement del 98%, con un residuale 2% che decide di proseguire gli studi all’università. Il 30% viene assorbito dalle 77 imprese socie, con un trend in crescita, mentre tutti gli altri vengono assunti da altre realtà industriali. Tra gli enti fondatori Assolombarda, Associazione G. Mazzini – Scuole professionali, Città Metropolitana Milano, Confindustria Bergamo, Confindustria Lecco e SondrioFondazione AIB,   École, Fondazione Badoni, Ucimu – Sistemi per produrre, Salesiani Cnos-Fap, e le prime aziende ad aderire, fondatrici dell’ITS, Cosberg, Intellimech, Losma, Siad, Sematic e SmiGroup, cui sono seguite numerose altre imprese come Abb, AB GroupASO Siderurgica, Alstom, Brembo, Bosch, Geiko, Fanuc, Heidenhain, Italcementi, Ivar, Mitsubishi Electric, ST Microelectrinics, SidervalStreparava, Technoprobe. Il pubblico contribuisce tramite il Ministero dell’Istruzione e la Regione Lombardia, «fortemente impegnata a far funzionare il sistema con ogni strumento di supporto, fondi e sistemi di premialità a garanzia delle conferme di finanziamento di anno in anno al nostro ITS», precisa il direttore.

Gli indirizzi: industriale, autoferrotranviario e biomedicale

Sono tre gli indirizzi che offrono i bienni dell’ITS Lombardia Meccatronica: quello meccatronico industriale, quello meccatronico autoferrotranviario e quello meccatronico biomedicale. Il primo si svolge nelle sedi di Sesto San Giovanni (Mi), Bergamo, Lonato del Garda (Bs) e Lecco e forma tecnici superiori che realizzano, integrano, controllano e programmano macchine e sistemi automatici destinati ai più diversi processi e settori in ambito industriale. Utilizzano dispositivi di interfaccia tra le macchine controllate e gli apparati che le controllano, su cui intervengono per la programmazione, il collaudo e la messa in servizio.

Il biennio dedicato alla meccatronica autoferrotranviaria, che si svolge solo nella sede milanese, forma invece programmatori e manutentori dei sistemi complessi di veicoli su rotaia e su gomma. In produzione, il tecnico con il diploma superiore dell’ITS Lombardia meccatronica cura la pianificazione delle diverse fasi di lavoro e organizza le risorse, prendendo i provvedimenti più opportuni per la migliore integrazione di dispositivi automatici nei sistemi di trasporto su terra. In ambito manutentivo, controlla e valuta l’andamento dei dati sullo stato di funzionamento dei veicoli e verifica l’efficacia degli interventi, adottando le misure correttive necessarie.

Infine l’indirizzo meccatronico biomedicale, introdotto nell’ultimo biennio (2019-2020) nella sede di Sesto San Giovanni, forma un tecnico superiore che gestisce la manutenzione, le verifiche di sicurezza elettrica ed elettromeccanica e il collaudo delle apparecchiature biomediche negli ospedali e nelle sale operatorie. Ha competenze nei settori elettronico ed elettromeccanico, installa e calibra periodicamente le strumentazioni biomedicali, di diagnostica per immagini e di laboratorio analisi. Provvede al loro collaudo, alla manutenzione sia preventiva che correttiva e alle verifiche di sicurezza. Il suo posto è nei servizi di ingegneria clinica e in strutture sanitarie pubbliche e private e/o presso aziende locali o multinazionali attive nella produzione e manutenzione di apparecchiature biomedicali.

«La nostra offerta si costruisce e si rinnova ogni 3-4 anni – dice Crippa – sulla base di un’attenta analisi dei fabbisogni del nostro territorio produttivo, attraverso una survey mandata alle nostre 77 aziende socie e alle altre imprese del territorio. Quindi con quelle partner analizziamo e discutiamo i risultati, affiniamo il giusto matching tra domanda e offerta e le coinvolgiamo nella progettazione dei moduli didattici e nella docenza con loro personale tecnico e strumentazione. L’indirizzo più recente, per esempio, è nato proprio da un’esigenza del territorio: abbiamo la più alta concentrazione di player internazionali produttori e distributori di macchine biomedicali, come Philips, GE e Samsung, ma mancava in Lombardia una formazione specialistica per programmare e manutenere simili dispositivi».

Studenti dell’ITS Lombardia Meccatronica

La distribuzione sul territorio industriale

La sede principale dell’ITS Lombardia Meccatronica, come già detto, si trova a Sesto San Giovanni, presso il complesso didattico delle Opere Sociali Don Bosco, che ospita 2750 allievi  nei percorsi di istruzione secondaria di primo e secondo grado (tecnica e liceale), in quelli di istruzione e formazione professionale, e nei corsi IFTS e ITS. Il complesso è dotato di laboratori con attrezzature e macchine moderne a controllo numerico, oltre a un recente spazio dedicato alle tecnologie abilitanti l’Industria 4.0, dall’IoT alla stampa 3D, fino alla realtà virtuale e aumentata.

La sede didattica di Bergamo si è invece spostata, a inizio 2020, dalla sede storica per le attività di formazione di Confindustria Bergamo all’hub di innovazione Kilometro Rosso lungo l’autostrada A4. Lì si è trasferita anche l’associazione degli imprenditori e ha preso vita, a settembre, il laboratorio territoriale per l’occupabilità Smile (Smart Manufacturing Innovation Lab for Enterprises), vincitore di un bando del Miur del 2016 con capofila i due istituti tecnici Paleocapa e Natta, con 700mila euro di finanziamento per ammodernare le strumentazioni delle due scuole e allestire il Living Lab presso il Kilometro Rosso. L’obiettivo di questo laboratorio – provvisto delle tecnologie più avanzate in chiave 4.0, come IoT, stampa additiva, realtà aumentata e virtuale – è di consentire la formazione continua delle aziende sulle nuove competenze digitali; di incoraggiare le esercitazioni degli studenti che si preparano a entrare nel mondo del lavoro e di orientare i ragazzi delle scuole medie. La logica è quella di una collaborazione diffusa tra scuole, università, ITS e imprese che in questo modo sperimentano modelli avanzati di formazione, con l’obiettivo di portare i giovani a scegliere discipline tecnico-scientifiche e sviluppare le competenze per la fabbrica del futuro.

In questo hub di innovazione l’ITS Lombardia Meccatronica ha predisposto anche le aule didattiche con tutta la strumentazione multimediale indispensabile agli studenti di oggi, ma attende la riapertura dell’Italia scolastica per farli ritornare alle lezioni in presenza, perché l’emergenza Covid-19 ha costretto la didattica a sessioni rigorosamente online.

Anche le altre sedi dell’ITS meccatronico della Lombardia sono collegate a laboratori territoriali per l’occupabilità, in particolare a Lonato sul Garda, in provincia di Brescia, presso l’Istituto tecnico Cerebotani e a Lecco presso l’Istituto professionale Fiocchi. La scuola di Lonato ha al suo interno una linea automatizzata per la produzione di componentistica meccanica, oltre alla progettazione e ingegnerizzazione con sistemi virtuali e si trova nello stesso paese in cui ha sede l’acciaieria Feralpi, che mette a disposizione numerosi tirocini anche per i futuri tecnici meccatronici dell’ITS.

La sede di Lecco, invece, con linee dimostrative sul digital twin, collabora a stretto contatto con il territorio di Sondrio, nella cui provincia ha sede un’azienda particolarmente innovativa di GE, la Nuovo Pignone, che realizza pale per turbine di aerei, completamente in stampa 3D per metalli. «C’è una fortissima integrazione nella nostra formazione tra i laboratori interni alle sedi didattiche, che sono moderni ma di carattere dimostrativo, e le linee produttive in funzione nelle aziende che abbiamo in Lombardia, siano esse grandi o PMI, come pure produttrici o utilizzatrici di sistemi digitali avanzati. Penso ad ABB a Dalmine, o alla Cosberg sempre nella bergamasca, o alla Schunk di Lurate Caccivio per esempio, ma anche ad aziende utilizzatrici come la SMI di San Giovanni d’Arco sotto San Pellegrino, azienda storica di packaging per il beverage che utilizza sistemi sempre più avanzati, o alla Cameo dolciaria nel bresciano.»

Un modello didattico con approccio applicativo e multidisciplinare

L’ITS meccatronico prepara con un approccio applicativo e multidisciplinare alle competenze richieste dalla fabbrica digitale che è complessa per sua natura, in quanto connessa e integrata all’interno e all’esterno. Grazie alla stretta collaborazione con le imprese, interessate a delegare la prima formazione sulle loro macchine avanzate, ma dando al contempo il proprio contributo con risorse tecniche, tempo e talvolta donazioni con cui sostengono la retta richiesta agli allievi per il secondo anno, i giovani dell’ITS si allenano a pensare in modo integrato, tra meccanica, elettronica e informatica e tra divisioni aziendali; a risolvere problemi e a trovare nuove soluzioni con project work reali.

La giornata standard all’ITS Lombardia Meccatronica offre agli studenti l’opportunità, tipicamente al mattino, di organizzarsi in gruppi di lavoro peer to peer, dove si impara gli uni dagli altri e si collabora. Tra gli iscritti ci sono anche i diplomati da licei: dal liceo scientifico, in misura minore ma in crescita, e qualche caso esemplare dal liceo classico: «All’inizio devono recuperare in matematica, ma poi chi viene dal classico si rivela più capace, più agile e più veloce degli altri a comprendere i problemi e a risolverli. L’ITS dà la possibilità di recuperare su scelte scolastiche che magari non erano nelle corde dei ragazzi costretti a scegliere a 13-14 anni», precisa Crippa.

Le lezioni iniziano normalmente il pomeriggio con un momento comune di condivisione per tutti i corsi insieme, dove si lanciano temi alti di riflessione, dalla responsabilità alla collaborazione reciproca, oppure si fanno premiazioni o si raccontano esperienze vissute a fiere o dentro aziende modello. La didattica alterna le lezioni di teoria alle esercitazioni nei laboratori di istituto e di impresa (training centre, tipicamente delle aziende partner) che seguono a periodi di tirocinio o apprendistato nelle aziende resesi disponibili, dove i futuri tecnici si allenano sui dispositivi di controllo e di programmazione digitale, sui i sistemi di automazione meccatronica avanzata. Su 2000 ore di corso distribuito in due anni, sono almeno 800 quelle di formazione on the job.
«L’ultima riforma del 2010 ha ridotto le ore di formazione tecnica nella scuola secondaria, a beneficio di materie umanistiche, concentrando quindi le materie tecniche principalmente sull’indirizzo curriculare prescelto, che può essere elettronico, elettrotecnico, informatico, meccanico, ma senza quella visione multidisciplinare sempre di carattere tecnico, che oggi invece l’industria richiede a gran voce. La finalità della scuola secondaria è anzitutto quella di formare il cittadino in crescita, mentre l’istruzione terziaria rappresentata dall’ITS dà la risposta di multidisciplinarietà sia tecnica che gestionale che serve per comprendere e governare la complessità. Tra l’altro, a un’età più adatta per affrontare le nuove sfide dell’industria. I giovani di oggi ritengo infatti che maturino in media qualche anno dopo rispetto a quelli di 20-30 anni fa e le soft skill richieste oggi sono esse stesse più complesse di un tempo: capacità di lavorare in gruppo, gestione della sicurezza, della qualità e della relazione con il cliente e il problem solving, collegando tra loro saperi di ambiti tecnologici diversi, perché l’industria 4.0 apre davvero a un mondo di interconnessioni da non sottovalutare», spiega Crippa.

Il tecnico superiore di sistemi meccatronici non è infatti un mero esecutore e operatore, ma contribuisce a risolvere problemi e a creare valore con le tecnologie abilitanti. «È una figura complementare all’ingegnere: l’ingegnere progetta il futuro, il tecnico facilita la messa a terra delle tecnologie disponibili come figura di raccordo, un mediatore tra le diverse divisioni aziendali, come il marketing, il finance e la produzione, perché ha una forte visione d’insieme e ragiona per processi, non per silos come spesso ancora avviene nelle imprese. Spesso, inoltre, gestisce squadre di lavoro: deve quindi avere anche doti di comunicazione e di relazione, che noi abituiamo ad esprimere e ad affinare», precisa il direttore.

 

Il sistema di rete tra gli ITS meccatronici

La forza degli ITS meccatronici italiani è data anche dalla loro collaborazione in rete, attraverso cui si scambiano best practice e fanno massa critica, come in questo particolare periodo. I temi all’ordine del giorno della rete – anche pressata dall’emergenza Covid-19 – sono il confronto sulle piattaforme che stanno usando per la necessaria didattica a distanza, trovando e adottando la soluzione migliore. Ma anche come aiutare la didattica a distanza a livello tecnico con i player del territorio, con sistemi di simulazione e di realtà aumentata e virtuale da mettere a disposizione anche degli altri istituti partner o come organizzare l’orientamento a distanza nelle scuole superiori.

«Stiamo anche pensando di acquistare dei pacchetti di connettività da fornire agli studenti per potersi esercitare sulle macchine anche a distanza, anticipando quello che faranno in azienda. Ma ovviamente serve molta banda e stiamo pensando di proporci come rete ai provider sul mercato, per cui sarà un buon biglietto da visita il fatto che i futuri specialisti si siano allenati sulle loro tecnologie.», racconta Crippa. Infine, la rete si sta confrontando su come sostituire i tirocini con project work e smart working. «Ci sono già alcune sperimentazioni e noi ci stiamo orientando sull’utilizzo delle tecnologie virtuali che le aziende partner utilizzano già al loro interno, come la formazione a distanza dei clienti sulle loro macchine, l’assistenza in rete da remoto e la simulazione in progettazione. Vorremmo cioè programmare da qui a settembre l’applicazione di queste modalità lavorative per il tirocinio a distanza, sfruttando le tecnologie dei nostri interlocutori aziendali, sperando che ora d’allora saranno tornate a una qualche normalità e potranno riprendere a interagire con noi. Ad ogni modo, da ora in poi avranno sempre più bisogno di risorse competenti sui temi digitali in vista di una ripresa blended delle attività produttive, in parte on premise, ma in parte in modalità virtuale dove possibile, per garantire il distanziamento sociale e la sicurezza.», conclude Crippa.