Fotonica e spettroscopia per la ricerca e l’industria. Tra i punti di forza, il brevetto della telecamera iperspettrale “HERA”, un occhio superpotente che può scattare una fotografia speciale di una scena: in ogni pixel dell’immagine è possibile misurare l’intera informazione spettrale (i colori che compongono la luce) sia nel campo visibile che nell’ultravioletto e nell’infrarosso.

La meccatronica? È già 4.0. Il matrimonio tra meccanica ed elettronica fa nascere nuove frontiere, anche grazie alla ricerca scientifica universitaria nei campi più innovativi, come la fotonica e la spettroscopia. Come nel caso di NIREOS, giovane azienda nata come spin off del Politecnico di Milano e scelta dal Gruppo Meccatronici di Assolombarda come start up “adottata” per il 2019.

Un punto di forza di NIREOS è il brevetto della telecamera iperspettrale “HERA”, un occhio meccatronico che con un solo sguardo può scattare una fotografia speciale di una scena, in cui «in ogni pixel dell’immagine è possibile misurare l’intera informazione spettrale (i colori che compongono la luce) sia nel campo visibile che nell’ultravioletto e nell’infrarosso. Si tratta di un sistema di analisi non distruttivo che, appunto, si usa da remoto come si possono usare i nostri occhi. Solo che si tratta di occhi speciali, con cui riusciamo a ricavare molte più informazioni. Questa capacità ha un forte impatto sia in ambito scientifico sia in ambito industriale. Noi ci rivolgiamo soprattutto al primo, ovvero alle applicazioni di ricerca in ambito universitario, ma stiamo lavorando in ambito anche industriale per portare i nostri prodotti nei processi di controllo qualità in ingresso e uscita», spiega Dario Polli, Professore Associato di Fisica presso il Politecnico di Milano e consulente scientifico della start-up.

NIREOS, la startup dei meccatronici

«Essere scelti come start up adottata dai Meccatronici ci ha dato un’opportunità interessante che siamo molto contenti di avere accettato», dice Dario Polli. «Si tratta di un’occasione unica per conoscere le figure maggiori delle grosse aziende italiane. Anche con lo stesso presidente dell’Associazione, Diego Andreis, attraverso l’azienda Fluid-o-tech da lui guidata, stiamo definendo eventuali collaborazioni e sinergie, volte alla soluzione di problematiche industriali mediante il nostro prodotto. E stiamo discutendo di altre idee interessanti».

L’80% del mercato di sbocco per questa start-up, che nel 2019 raggiungerà un fatturato di 350mila euro ed è già al break even, è attualmente quello accademico e della ricerca e sviluppo aziendale. «Puntiamo a trovare però una killer application per l’industria, che sarà ciò che ci consentirà di fare i grossi numeri. E sarà sicuramente un mercato industriale: per le aziende della meccatronica in particolare vogliamo essere un punto di riferimento e un partner che offra controllo qualità e monitoraggio in tempo reale». Con l’ingresso nel mondo industriale, che potrebbe avvenire già il prossimo anno, il fatturato potrebbe rapidamente arrivare a un milione di euro, per poi aumentare velocemente negli anni a venire. L’azienda ha già in essere contratti di distribuzione in Europa, Cina, Usa, medio Oriente e Australia.

Le prospettive industriali

Le collaborazioni in ambito industriale sono già iniziate, per esempio, con aziende che fanno estrusione di pellicole di plastica. «Dal domopack, alla vaschetta di prosciutto cotto, che sono molto più complesse di quello che potrebbe sembrare. Le pellicole di cellophane usate in cucina, per esempio, sono fatte da diversi micro strati di plastica diversa, ognuno con una funzione, dalla protezione dai raggi Uv, alla protezione dall’umidità, alla resistenza», spiega Antonio Perri, Chief Technology Officer di NIREOS.

Ma nella produzione si va incontro a un problema: «Queste aziende vorrebbero avere un controllo in tempo reale di spessore e quantitativo di questi strati. Se cambia la temperatura o aumenta l’umidità, interferisce con l’estrusione, modificando lo spessore. Vogliamo mettere in linea sensori che segnalino in tempo reale lo spessore e lo aggiustino se necessario, ottimizzando anche l’uso della plastica e dunque la sostenibilità del processo oltre che i costi per i produttori».

E sono tante le produzioni che possono essere migliorate attraverso “Hera”, «tutte quelle per cui il controllo va fatto da remoto e in tempo reale, sulla linea. La nostra è una vera applicazione di industria 4.0».

Uno strumento utile a verificare direttamente sulla linea se esistono difetti in un pezzo prodotto o in un componente che arriva da un fornitore, a vedere se una mela è bacata all’interno osservandola dalla buccia, ma anche a fare sorting delle plastiche, per separare materiali diversi come pet e pta indipendentemente dal loro colore o dal loro grado di trasparenza, questo «perché a occhio nudo non è possibile distinguere il polimero nero, ma nell’infrarosso sì ed è possibile fare una selezione ottimale per il riciclo. Moltissimi materiali possono essere analizzati allo stesso modo».

Le altre applicazioni

HERA può essere un alleato prezioso nella conservazione dei beni culturali: «la telecamera iperspettrale consente di fare foto diacroniche alle opere d’arte per rilevare la presenza di muffe o umidità, e dunque per monitorarne lo stato di conservazione e il livello di degrado nel tempo», ci spiega Fabrizio Preda, l’amministratore delegato di NIREOS. «Una foto fatta con la nostra camera iperspettrale permette di vedere sotto il dipinto il disegno preparatorio del pittore. Oppure, può avere una funzione anti-contraffazione, perché consente di vedere se i pigmenti usati contengono cadmio, che non era disponibile prima del 1817». Questa tecnologia è molto utile anche in campo agroalimentare: «Dotando di tali camere i droni che passano sul campo è possibile avere informazioni sullo stato di umidità del terreno o sulla presenza di batteri come la famigerata Xylella degli ulivi pugliesi».

Uno spettroscopio unico al mondo

Prima di dare vita a HERA, NIREOS aveva ottenuto il brevetto di un altro prodotto, GEMINI, a metà 2018: si tratta di un interferometro, ovvero uno strumento in cui due onde elettromagnetiche vengono fatte interferire per misurare i colori di una sorgente luminosa dall’ultravioletto al visibile e all’infrarosso, con alta risoluzione spettrale, e si presta ad applicazioni nella fluorescenza o nell’ottica quantistica. La sua tecnologia innovativa non ha concorrenza diretta in quanto è unica nel suo genere e garantisce prestazioni molto più elevate mantenendo un prezzo competitivo.

HERA però rappresenta la vera rivoluzione: occhi speciali, con cui è possibile vedere gli oggetti al loro interno sia dal punto di vista spaziale sia da quello chimico. «Per avere un termine di paragone, si pensi che la fotocamera del cellulare come il nostro occhio ha tre recettori RGB, ovvero rosso, verde e blu, e fornisce attraverso questi la percezione dei colori intermedi. Le tecnologie multispettrali ne hanno 5-10-20; noi ne abbiamo un numero virtualmente illimitato: ovvero la capacità di scattare qualcosa come migliaia di foto, una sorta di filmato in cui sono visibili tutte le lunghezze d’onda» e con esse tutto il loro contenuto informativo.
E anche se l’obiettivo finale è di dare vita a un’applicazione industriale, la ricerca resta il punto di forza di NIREOS: «Il team è composto da due professori e tre laureati in Ingegneria Fisica presso il Politecnico di Milano, cresciuti nei nostri laboratori. Esiste un forte imprinting di ricerca scientifica in costante contatto con l’Università che è e resterà il nostro principale asset. Stiamo invece esternalizzando la parte di produzione: disegniamo e sviluppiamo i nostri dispositivi e compriamo i singoli componenti mantenendo interna la parte di assemblaggio, per la quale possiamo dare un valore aggiunto per garantire performance elevate al prodotto», conclude Polli.