From Roadblock to Scale: The Global Sprint Towards AI. È questo il titolo del rapporto di IBM dedicato agli sviluppi tecnologici in fatto di Intelligenza Artificiale in tutto il mondo e grazie al quale si apre una finestra sugli scenari degli investimenti e degli sviluppi segnati da questa tecnologia, che oggi si incardina nell’analisi predittiva, nella sicurezza, nell’analisi dei modelli di business.

Dal rapporto emerge innanzitutto che la differenza tra Stati Uniti, Cina ed Europa “non sta tanto negli investimenti (enormi in tutti e tre i mercati), quanto sull’identità e sul ruolo che deve svolgere l’Intelligenza Artificiale. Nel Vecchio Continente c’è una grande attenzione alla regolamentazione e un approccio etico alla sicurezza del dato. Gli Stati Uniti hanno un atteggiamento più liberale.

L’oggi e il domani dell’I.A nel mondo

I dati dell’analisi sono frutto di un sondaggio svolto dalla multinazionale americana che ha coinvolto i manager di 4.514 aziende: 1.003 negli Stati Uniti, 1.002 in Cina, 2.509 nei Paesi dell’Unione Europea, 500, in particolare, in Italia. Dal report emerge la convinzione che il 2020 sia destinato ad essere l’anno della svolta e non basta: entro due anni è previsto che fino al 90% dell’aziende adotteranno tecnologie di I.A. Secondo lo studio di IBM, 9 aziende su 10 prevedono di adottare soluzioni di I.A. al massimo tra 24 mesi.

All’oggi, intanto,“in tutti i settori e in Usa come in Europa, la maggior parte delle aziende globali ha implementato l’Intelligenza Artificiale nelle proprie attività (34%) o sta accelerando le fasi esplorative con l’I.A. (39%). Attualmente, 3 aziende su 4 utilizzano l’I.A. in qualche misura, dalla piena integrazione all’avvio di fasi esplorative”. Dal report emergono due tendenze: la prima vede la sicurezza dei dati confermarsi quale finalità principale (36%) a spingere le società ad utilizzare soluzioni di I.A. La seconda considera come Intelligenza Artificiale e Cloud siano interconnessi: le società che hanno già adottato l’I.A. al proprio interno si stanno già muovendo verso nuove forme di cloud, sia ibrido che multicloud.

Segmentazione per dimensione

Le grandi aziende stanno guidando l’adozione dell’I.A., con il 45% delle imprese con oltre 1.000 dipendenti che utilizza l’Intelligenza Artificiale, rispetto al 29% delle aziende che ne hanno meno di 1.000 nel loro organico. A livello globale, il 22% degli intervistati ha dichiarato di non utilizzare l’I.A..

Che cosa fa problema

Sono tre i maggiori ostacoli per l’adozione dell’I.A. in azienda. Per il 37% delle aziende, il problema principale all’adozione dell’I.A. è costituito dalla mancanza di conoscenze e competenze; i silos di dati rimangono una resistenza ostinata; infine, la mancanza di strumenti per lo sviluppo di modelli di intelligenza artificiale (26%).

E l’Italia?

Secondo stime di PricewaterhouseCoopers l’Intelligenza Artificiale potrebbe offrire un contributo di ben 16 miliardi di dollari al Pil mondiale entro il 2030.  Dunque un’onda d’urto che coinvolgerà il nostro Paese. C’è da chiedersi con IBM quale sia il contesto italiano

IBM ha intervistato 500 manager italiani per esplorare gli ostacoli principali all’adozione dell’I.A. e le strategie di sviluppo che i business di qualsiasi dimensione prevedono di adottare. La crescita nell’utilizzo di sistemi di Intelligenza Artificiale oltre che inevitabile è auspicata dalle imprese: l’83% delle risposte indica come le aziende stiano già investendo in larga parte nell’utilizzo di questa tecnologia. Nel nostro Paese, la sicurezza dei dati è al secondo posto come finalità che spinge le imprese a utilizzare l’I.A., dopo l’ottimizzazione del business, mentre a livello globale era il contrario. La fiducia nella tecnologia come motore all’adozione dell’I.A. e l’interconnessione tra intelligenza artificiale e cloud si confermano forti anche in Italia.

Un limite c’è. Secondo IBM In Italia, l’ostacolo maggiore all’adozione dell’I.A. è la complessità dei dati, seguito immediatamente dalla mancanza di skills.